AVELLINO- Il rischio che possa reiterare il reato, visto che la pistola usata per il raid non è stata rinvenuta e i frames dei video di una telecamera in uso alle stesse parti offese, piazzata al quarto piano di Via Leprino, dove il 16 agosto e’ scattato il raid a colpi di pistola contro l’ Audi della tiktoker Francesca Sardella. Sono questi i maggiori indizi, oltre ad un riconoscimento, raccolti dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino e condivisi dalla Procura (il pm che coordina le indagini e’ il sostituto procuratore Luigi Iglio) e dal Gip del Tribunale di Avellino Lorenzo Corona, che ha firmato la misura cautelare.
Da queste accuse si dovrà difendere questa mattina Angelo Peluso, il ventiquattrenne avellinese, legato anche da una parentela con la vittima del raid, che il 16 agosto intorno alle 18 avrebbe esploso i colpi di pistola (cinque o sei) contro la vettura. Le indagini sono ancora in corso, anche perché non e’ stato identificato il conducente della Lancia Ypsilon nera usata per il raid.
Questa mattina, assistito dagli avvocati Gaetano Aufiero, Stefano Vozella e Gerardo Santamaria, il ventiquattrenne dovrà comparire alle 10:30 davanti al Gip del Tribunale di Avellino Lorenzo Corona per l’interrogatorio di garanzia. Oltre al danneggiamento e alla detenzione abusiva di arma, la Procura contesta al ventiquattrenne anche il reato di minacce, quelle che avrebbe proferito dalla vettura prima di sparare i colpi. Peluso, che già in occasione della convocazione in Questura dello scorso 16 agosto avrebbe negato ogni addebito, ora potrà chiarire la sua posizione davanti al Gip.