Il consigliere dem Iacovacci: “Festa e Genovese hanno affossato Avellino”.

0
1724

AVELLINO- «Avellino è stata ancora una volta tradita. La crisi politica che ha portato al commissariamento non è frutto del caso, ma il risultato di una manovra lucida, fredda e cinica. I responsabili hanno nomi e cognomi: Gianluca Festa e Rino Genovese, che – da posizioni diverse – si sono ritrovati uniti in un solo obiettivo: distruggere l’amministrazione Nargi e riposizionarsi politicamente, sulla pelle della città”. Non ha dubbi Ettore Iacovacci, fino a poche ore prima del consiglio comunale che ha sancito la fine anticipata della consiliatura della sindaca Laura Nargi un “eretico” nei dem, pronto a sostenere in caso di parità la maggioranza sul Consuntivo. Una opzione che non si e’ realizzata. “Gianluca Festa, impossibilitato a ricandidarsi per via delle vicende giudiziarie che lo coinvolgono, ha costruito una candidatura “ombra” dietro il volto pubblico di Laura Nargi- ha spiegato Iacovacci- garantendole liste e sostegno, pur continuando a manovrare dietro le quinte. Quando però gli equilibri interni si sono incrinati, non ha esitato a sfiduciarla, sacrificando l’alleata di sempre pur di tornare protagonista”. Mentre per il capolista del Patto Civico ha invece aggiunto: “Rino Genovese, candidato sindaco in contrapposizione proprio a Nargi – e quindi a Festa – ha scelto invece di allearsi con il suo ex avversario per far cadere l’amministrazione. Una scelta che tradisce qualsiasi coerenza politica e che ha tutto il sapore di un’operazione costruita sul rancore e sull’opportunismo del momento”. Per cui, conclude Iacovacci: “Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una città commissariata, una classe dirigente delegittimata, e un patto innaturale tra ex nemici che ha prodotto solo macerie. Un’altra pagina buia per Avellino.
In questo scenario, io – da consigliere comunale di opposizione e rappresentante del Partito Democratico – avevo pubblicamente offerto la mia disponibilità a sostenere l’amministrazione Nargi, se il mio voto fosse stato decisivo per garantire stabilità alla città. L’ho fatto per senso di responsabilità, mettendo Avellino al di sopra delle logiche di partito”. La chiosa finale: ” Chi oggi si propone come salvatore della città, dopo averla scientemente affossata, non ha alcuna credibilità. Il commissariamento non è solo un atto tecnico: è la fotografia politica del fallimento di chi ha anteposto il proprio destino personale al bene comune. Avellino merita di più. Merita serietà, trasparenza, stabilità. È il momento di dire basta ai giochi di potere. È il momento di rimettere la città al centro”.