Alla lezione su stampa gradita e sgradita segnateci assente

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AVELLINO- Avremmo voluto dedicare questa settimana alla Pasqua e al rush finale per la conquista della promozione dell’ Avellino calcio in serie B. Ma nostro malgrado, il solito noto, ha rubato la scena a tutti, tornando ad esibirsi in una delle sue più note arti, quella di dividere la stampa buona da quella cattiva. Con sommo gaudio abbiamo scoperto di essere inseriti tra i “buoni”, molto probabilmente abbiamo beneficiato di qualche doppio vaglio o cernita ed ha prevalso l’equilibrio e la moderazione del collega Renato Spiniello che si occupa di Avellino. Pur tuttavia a questa “lezione” organizzata dal “professor” Festa noi siamo stati assenti. Consapevolmente, scientemente direbbe qualcuno più dotto, solidalmente. In primis nei confronti dei colleghi esclusi dalla conferenza. I cattivi. Non perché ci affascini il “male” anzi il presunto male anzi, ma perché così come avvenuto anche in occasione di altri attacchi alla stampa non abbiamo mai fatto mancare la nostra solidarietà netta, incontrovertibile. E neppure per un fatto corporativo, potrete pensare che difendiamo la categoria, sarebbe normale ritenere questa la ragione. Perché oggi sono sgradite quattro redazioni, domani ne potrebbero essere sgradite cinque e via discorrendo. Assenti per scelta. Perche’ confondere la stampa con la stampella non è una cosa che si può tollerare. Ritenere di poter dare i giudizi o scegliersi chi deve partecipare alle conferenze viola i più elementari principi costituzionali. Ma in definitiva dimostra che il lupo (non quello calcistico) ha perso un po di pelo ma non il vizio di scegliersi i buoni e i cattivi. Detto questo, dopo il delitto di cronaca viene pure il diritto di cronaca. E giusto perché noi abbiamo sempre avuto la coscienza a posto, unica con cui fare i conti, troverete anche un pezzo su quanto e’ stato riferito nella ormai famosa (per altro) conferenza stampa di Festa. Va senza ombra di dubbio ribadita la solidarietà ai colleghi esclusi dalla conferenza, che la nostra assenza ha voluto esprimere in un modo incontestabile, senza voler però giudicare la scelta compiuta da altri, presenti ovviamente, che hanno fatto il loro lavoro e hanno anche consentito di poter sapere cosa si riferisse nella conferenza. Non siamo abituati a sindacare le scelte degli altri, ma dobbiamo spiegare per chiarezza ai lettori le nostre.