AVELLINO- Processo ai presunti vertici del Clan Partenio, rigettata la richiesta dell’Antimafia di acquisire le dichiarazioni rese in fase di indagine da una decina di testimoni che sarebbero stati subornati. Al termine di una discussione delle difese andata avanti per circa due ore e dopo una breve camera di consiglio e’arrivata la decisione. Una lunga ordinanza letta pochi minuti fa in aula dal presidente del Collegio Gianpiero Scarlato che ha evidenziato come di fatto, alla luce di una serie di sentenze emesse sulla materia dalla Cassazione, nel caso di specie l’insieme degli elementi valorizzati dal pm non appaiano sufficienti a dimostrare che l’ atteggiamento manifestato dai testimoni possa essere riconducibile ad un condizionamento esterno. Nessun elemento sufficiente a giustificare che i testimoni abbiano avuto un contegno diverso per le minacce dunque. Così come avevano sostenuto nella discussione i penalisti del collegio difensivo.
La richiesta avanzata nell’udienza del 30 gennaio scorso si riferiva ad almeno una decina di testimoni. In buona sostanza Il riferimento della Dda era quello alla parte della norma che prevede: “Quando, anche per le circostanze emerse nel dibattimento, vi sono elementi concreti per ritenere che il testimone è stato sottoposto a violenza, minaccia, offerta o promessa di denaro o di altra utilità, affinchè non deponga ovvero deponga il falso, le dichiarazioni contenute nel fascicolo del pubblico ministero precedentemente rese dal testimone sono acquisite al fascicolo del dibattimento e quelle previste dal comma 3 possono essere utilizzate.
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