Marco Grasso – “Non possiamo accettare che un gruppo come Fantoni, che per oltre quarant’anni ha investito in questa provincia ricavandone anche dei vantaggi, decida di andare via, dismettere senza neanche dare la possibilità ad altri di rilevare lo stabilimento Novolegno”.
Il periodico appuntamento con la stampa per la presentazione degli ultimi dati sul mercato del lavoro diventa per Mario Melchionna l’occasione per fare il punto della situazione su alcune vertenze aperte in Irpinia. Il 9 aprila la vertenza Novolegno sarà al centro di un vertice ministeriale.
“Ci sono imprenditori interessati a rilevare quello stabilimento, ma è chiaro – incalza il segretario della Cisl IrpiniaSannio – che se non c’è intenzione di vendere o fittare diventa tutto più difficile. Davvero faccio fatica a pensare che si preferisca bonificare e mettere in sicurezza quell’area, con tutti i costi relativi, invece di lavorare di concerto con il sindacato e le istituzioni per trovare una soluzione alternativa. In ogni caso resto ottimista, convinto che il 9 aprile il gruppo Fantoni decida di riaprire il confronto”.
In caso di fumata nera è già pronto il piano alternativo. “Siamo in contatto con il sindacato e le Rsu di Osoppo, c’è grande sinergia perché il problema non è la Novolegno di Avellino, ma il gruppo Fantoni. Siamo pronti a scendere in piazza con una grande manifestazione. Ma ripeto: è solo un’ipotesi estrema, resto dell’idea che ci siano ancora margini di manovra”.
Situazione delicata anche sul fronte ex Irisbus. L’ultimo incontro in Regione ha prodotto pochi risultati. “Parliamo di un’azienda ferma da sette anni, e senza un piano di formazione preciso. Il contratto di programma non è ancora partito e, francamente, non intravedo una prospettiva di ripresa nel breve termine. Al momento si può solo tamponare, provando, come garantito dalla Regione, a chiedere una prima proroga sulla commessa relativa a 50 pullman. Al momento non ci sono le condizioni per produrre”.
Più di uno spiraglio per il completamento della Lioni-Grottaminarda. La gestione dell’opera dovrebbe andare alla Regione, il decreto è atteso nelle prossime ore. “Si sono persi tre mesi, ma sarebbe comunque una soluzione che garantirebbe il completamento dei lavori e l’impiego della manodopera- Gran parte del finanziamento dei lavori è del resto in capo alla Regione. Mi sembra dunque – precisa Melchionna – una soluzione naturale”.