Montemiletto – Alla Festa della Margherita di scena Bennato

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Montemiletto – Non è solo uno dei cantautori nostrani più stimati in Italia e all’estero. È il cardine attorno al quale ruota la musica popolare del Sud. Insieme ad Enzo Avitabile e Toni Esposito a reinventato sonorità e riportato alla ribalta la tradizione musicale del meridione d’Italia. Eugenio Bennato con la sua Taranta ricondurrà per una sera il pubblico di Montemiletto indietro nel tempo… tra etnicità, musica, folclore e colore per una serata all’insegna dei ritmi primordiali. L’artista partenopeo si esibirà domani sera sul palco montemilettese in occasione della Prima Festa Provinciale della Margherita. Uno scenario inconsueto che non sembra creare alcun disagio a chi è abituato ad un pubblico diverso. Eugenio Bennato, ha alle spalle una collaudata carriera, proprio come suo fratello Edoardo. Fonda nel 1969 la Nuova Compagnia di Canto Popolare, all’epoca il più importante gruppo di ricerca etnica e revival della musica popolare del Meridione. Qualche anno dopo, nel 1976, fonda Musicanova e inizia un’attività autonoma di compositore con costante riferimento allo stile popolare. Realizza numerosi LP di successo fra cui ‘Brigante se more’ del ’79, che contiene brani sul brigantaggio meridionale ancora oggi estremamente popolari tra il pubblico giovanile. Scrive decine di colonne sonore per cinema, teatro e balletto classico. Ricordiamo ‘Don Chisciotte’ di Maurizio Scaparro (1984, premio Colonna Sonora), ‘Cavalli si nasce’ di Sergio Staino e ‘La stanza dello Scirocco’ di Maurizio Sciarra per i quali riceve il riconoscimento più prestigioso in Italia nell’ambito delle colonne sonore, il Nastro d’Argento (1988 e 1999).
Negli ultimi venti anni un’ininterrotta attività di concerti lo porta nei maggiori stages italiani e internazionali, sia nei circuiti classici e accademici, sia negli spazi alternativi dei grandi festival di tendenza e dei centri sociali. Ha recentemente fondato il movimento ‘Taranta Power’ che sulla scia di uno straordinario rinnovato interesse del grosso pubblico giovanile per il ritmo della tarantella rituale si propone la diffusione di questo ballo attraverso varie forme di creatività artistica. ‘Taranta Power’ ha realizzato in queste ultime stagioni grandi raduni musicali (Napoli, Lecce, Roma, Bologna, Milano ecc.) incentrati sul mito arcaico della taranta e sul suo significato contemporaneo. Viaggiare attraverso le regioni del Sud Italia negli anni ‘70 significava ritrovare gli ultimi fuochi di una cultura antica, potente e fascinosa, viva sulle labbra, nei volti e nei gesti di una generazione contadina non contaminata dal degrado televisivo, ma ancora legata al mondo della favola, del sogno e della poesia. Nei canti di tradizione orale risuonava la memoria storica di grandi recenti rivolgimenti quali l’unità d’Italia e l’emigrazione, e di eventi più antichi e favolosi quali la lotta contro i pirati, gli avventurosi viaggi nel Mediterraneo, il contatto con i popoli di sponde lontane, l’eco moresca di suoni, parole e ritmi. E in tutte le regioni dell’Italia Meridionale bastava uscire fuori dalle aree urbane, inoltrarsi per colline e campagne, per ritrovare la cadenza estenuante del tamburo, il suono purissimo della chitarra battente, la rima magica del verso popolare.

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