Prevenzione incendi, il Prefetto Tirone: “Da Gennaio 2018 comincerà la pianificazione”

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Presso l’ex carcere Borbonico di Avellino, si è tenuto ieri il Convegno dal titolo “Dissesto idrogeologico e pianificazione comunale di protezione civile”, organizzato in sinergia dalla Prefettura di Avellino e dalla Direzione Provinciale del Genio Civile di Avellino-Ariano Irpino. Come è noto, il territorio irpino è scenario di più rischi: da quello sismico a quello idrogeologico, aggravati dal rischio antropico e da una difficile attività di prevenzione. Lo scopo del Convegno è stato appunto quello di sensibilizzare, innanzitutto gli Amministratori locali, all’intensificazione e alla riqualificazione dell’attività di prevenzione, alla luce degli strumenti tecnici e tecnologici, nonché alla possibilità di usufruire delle risorse previste per i Piani di Emergenza Comunali, dal Piano Operativo Complementare della Regione Campania.

I lavori sono stati introdotti dal Prefetto di Avellino, Maria Tirone, la quale ha più volte sottolineato come la collaborazione istituzionale tra Amministrazioni riesca a risolvere i problemi. Già l’organizzazione del convegno, a poche settimane dall’insediamento del Prefetto, è un segnale di quanto la Prefettura di Avellino intende essere ancora più vicina al territorio, accorciando vieppiù i tempi di risposta rispetto alle esigenze segnalate dai territori e dagli Amministratori.

Rimane ovvio che gli interventi di prevenzione e strutturali necessari seguiranno una scala di priorità. Anche il sistema di allertamento sarà parametrato a seconda della gravità di esposizione al rischio di ciascun territorio. Il Prefetto ha confermato che già all’inizio del prossimo anno si procederà alla pianificazione della prevenzione antincendio, in considerazione della gravità del fenomeno durante l’estate 2017, quando l’Irpinia è stata terrificante scenario di circa mille incendi, con devastazioni boschive pari a duemila ettari, senza contare i circa mille ettari di devastazioni in superfici non boscate. Considerato il valore di mercato di un bosco ceduo – sei/settemila euro ad ettaro – è facile calcolare quanto grave sia anche il danno economico subito dal territorio, oltre al danno ambientale e faunistico. Come, successivamente hanno meglio illustrato i relatori nel prosieguo dei lavori del Convegno, il rischio idrogeologico, che si concretizza in frane ed allagamenti, dipende in massima parte dalla devastazione dell’apparato radicale, ad opera di disboscamenti selvaggi e soprattutto di incendi, aggravato dalla mancanza di sistemazione dei canali di raccolta.