Brexit, lavoro e studio: cosa cambierà per gli irpini nel Regno Unito?

0
205

Con la vittoria della Brexit cosa cambierà per gli italiani che risiedono nel Regno Unito?

E’ questa la domanda che, all’indomani dell’esito del referendum britannico sull’Europa, tutti (chi più, chi meno) si fanno.

In Inghilterra, nella capitale Londra in particolare, risiede la più grande comunità di nostri connazionali all’estero.

Il risveglio odierno per molti di loro è stato accompagnato da mille dubbi e perplessità. Cosa accadrà adesso? Nessuno lo sa con certezza, ma si possono fare previsioni.

Ne abbiamo già parlato ieri intervistando due cittadini irpini che vivono oltremanica. Abbiamo ascoltato le ragioni di Luca, originario di Montefusco, attualmente supervisore di conferenze ed eventi e organizzatore di meeting tra Reading e Londra; e abbiamo letto le parole di Maria, nata ad Avellino, che da gennaio vive presso una famiglia di Manchester con lo scopo di studiare la lingua inglese.

Chi paga le tasse da più di 5 anni in Gran Bretagna può richiedere un permesso di residenza e la cittadinanza. Molti lo hanno già fatto, prendendo la doppia cittadinanza, britannica oltre che italiana, come consente la legge. Molti di più verosimilmente lo faranno ora, ingolfando la burocrazia del ministero degli Interni britannico: il procedimento, attualmente, richiede tempo e denaro, un anno e almeno mille sterline. Chi non intende restare per sempre, potrà probabilmente ottenere un visto di lavoro: come si fa, per esempio, per lavorare negli Stati Uniti.

Per quanti invece vorranno emigrare nel Regno Unito, in futuro, le cose saranno più complicate. Tanti ragazzi italiani non potranno più venire a Londra, trovare una sistemazione provvisoria e mettersi a cercare un lavoro. Il lavoro bisognerà cercarlo e ottenerlo prima di partire. Fare il free-lance in Inghilterra, in qualunque campo, diventerà più difficile. Molti che lo stanno facendo saranno costretti a tornare in patria. Altri rinunceranno a partire, preferendo altre mete in Europa. Magari, se vogliono parlare inglese e rimanere in Europa, andranno in Scozia – se la Scozia abbandonerà la Gran Bretagna per restare nella Ue, come è possibile.

Gli studenti universitari potranno ottenere un visto di studio. Ma non potranno più ottenere il prestito che al momento è esteso a tutti gli europei, in grado di coprire interamente le 9 mila sterline annue di retta universitaria, da restituire solo dopo la laurea, a rate e soltanto se si ha un lavoro. Fare l’università a Londra, per un italiano, diventerà ancora più caro.

Per chi verrà in vacanza in Inghilterra cambierà poco o nulla. Sembra inconcepibile che, almeno per paesi come l’Italia, la Gran Bretagna richieda un visto turistico, anche perché altrimenti pure gli inglesi avrebbero bisogno di un visto per andare in vacanza in Italia. Gli italiani andranno in vacanza a Londra come vanno negli Stati Uniti e in tanti altri posti: senza visto. Sarà anzi questo il mezzo, per alcuni, per fermarsi più a lungo: entrare da turisti, probabilmente con la possibilità di rimanere fino a tre mesi, cercare lavoro e quindi, trovatolo, trasformare il proprio visto turistico in visto di lavoro.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here