Di seguito la nota di Aldo D’Andrea, segretario della Fondazione Sudd:
Dunque, la società consortile Alto Calore ha una esposizione debitoria di 120 milioni di euro, malgrado le tariffe elevate che i cittadini fruitori hanno pagato e pagano.
Questo appare perlomeno strano.
Ma, malgrado il referendum popolare che si espresse a stragrande maggioranza per il mantenimento della gestione pubblica della erogazione di questo bene indispensabile, si fa nascere una joint-venture con un soggetto privato, in posizione di socio minoritario.
Come dire: abbiamo i debiti, facciamo intervenire il privato per sanare il bilancio, evitare licenziamenti, diminuire le tariffe…etc.
Può darsi che sia così, come può darsi pure che il gestore privato prenderà gli utili e lascerà al pubblico le perdite. Di sicuro c’è che il privato entra dove quel referendum non voleva che entrasse. ASI-CGS sono d’esempio.