Avellino – “Occorre continuare sulla strada delle riforme del mercato del lavoro e soprattutto bisogna migliorare la legge Biagi e non abolirla”. E’ quanto afferma il segretario generale della Fim-Cisl, Mario Melchionna, in seguito alla pubblicazione degli ultimi dati dell’Istat in materia d’occupazione. Valori che riconsegnano negli ultimi dieci anni “una crescita d’impieghi con ritmi da mercato americano”. Si legge nella nota sindacale infatti che nel periodo delle leggi Treu-Biagi si è avuto un aumento di lavoratori di circa 2,6 milioni di unità (+ 12,77 per cento) a fronte di un crescita Usa nel decennio 1994/2004 pari al 16,3 per cento. L’occupazione è aumentata prevalentemente nel nord ovest con 815mila posti di lavoro in più, ma anche il sud ha fatto registrare dei progressi. Più nello specifico, è dal 1997 (anno del pacchetto Treu) che si è avuto un incremento significativo soprattutto per il lavoro dipendente (17 per cento) e, con gli effetti della legge Biagi, si sono introdotte importanti riforme che hanno favorito gli impieghi standard, quindi quelli a tempo pieno e indeterminato. Melchionna segnala inoltre il boom dell’occupazione femminile, che ha restituito circa un milione e mezzo di nuovi impieghi (+ 21 per cento). Il tasso di disoccupazione, ancora, è passato dall’11,3 per cento del 97 al 6,8 del 2006. Infine in relazione alla ripartizione geografica, il mezzogiorno segnala uno sviluppo di 485mila unità, a fronte delle 815mila unità del nord ovest, le 517mila del nord est e le 757mila del centro.
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