POVERO E FELICE CON LA MIA VECCHIA 500 USATA

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La mia 500 era tutta scarcagnata, ma era mia e l’orgoglio di possederla mi riempiva di padronanza e di sicurezza. Erano gli anni della ripresa economica e chi possedeva una 500 poteva ritenersi soddisfatto e gratificato. Due porte, nera, con l’accessorio di autoradio, uno scatolone residuato bellico della prima guerra mondiale, che sembrava un corpo contundente per difendersi dai pochi scocciatori e guardoni durante le ore notturne. La 500 era un mito, era la doppietta in canna dell’automobilista neo patentato. Una sorta di piccola casa viaggiante, dove mangiavi, ascoltavi la musica e ti appartavi. Quante volte mi sono incastrato con il maledetto 45 di piede che spesso durante le serate estive, e non solo, usciva all’esterno dell’abitacolo. Quante volte ho abbassato il seggiolino, e quante volte ho dichiarato frasi d’amore. Se non possedevi il ribaltabile non eri nessuno. Anzi, andavi nei vari attrezzatissimi “scassi” per acquistarli e pagavi anche il superfluo pur di completare l’architettura della nascente personalità . Capelli lunghi, pantaloni a falde larghe, camicie dalla sarta, strette e aderenti, maglioni dalla magliaia e benzina in corpo. Niente di eccezionale, ma con la 500 e le musicassette, pezzi rari della magica atmosfera, arrivavi dove volevi. Senza soldi, con qualche esame all’università, con la doppietta facile per sorpassare, andavi anche a cento all’ora pur di vincere la sfida della gioventù. Un mito, un modo di essere, la nostra gioventù, le storie belle della vita. La 500 ritorna sul mercato. Con 10.500 euro la puoi acquistare. La mia, l’ho pagata usata 2milioni e mezzo di vecchie lire. Allora non c’erano i cellulari, sms, ed in particolare i soldi. Chi era fortunato aveva la paga settimanale e la benzina dal papà. Noi, per la maggior parte, andavamo a folle nelle discese e risparmiavamo per quanto si poteva. Se poi la 500 aveva la cappotta, allora eri anche un fico.. Eravamo i figli ‘e ‘ndrocchia , quelli che progettavano l’auto-promozione strategica con perfetto tempismo per apparire ed essere romantici , giusti, intelligenti e con la faccia cu nu poco e cazzimma per vivere alla giornata e pensare al futuro. Eravamo quelli del ballo lento, interminabile del mattone, con la sigaretta in bocca a 17 anni, delle tante domande inviate per i concorsi pubblici, dell’isola di Wight, dei Camaleonti, Fausto Leali, dei Jethro Tull, dei Beatles,etc.etc. e delle cotta per la ragazza appena conosciuta. La sintesi della magia era la 500: piccola, tenuta come un gingillo ma figlia del Carosello, Perry Mason, il tenente Sheridan e la brillantina Linetti. Ammetto che mi manca : ho lasciato nel suo abitacolo tanta parte di me… Scendevamo a folle….con cautela però, ma eravamo felici di possederla.

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