FOTO/Caldoro:”Irpinia non ha mai avuto tanto. Sono con Forza Italia”

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Guarda le foto “Posso essere orgoglioso di dire che la provincia di Avellino non ha mai avuto tanto negli ultimi 30 anni”. Una dichiarazione di Stefano Caldoro che spiazza tutti i presenti. Ressa di giornalisti, ma anche di politici bipartisan. Da Gaetano Bevere del Pd, passando per Domenico Gambacorta, Gino Cusano, i sindaci Giovanni Ianniciello, Antonio Reppucci, Carmine Famiglietti, Antonio Picari, Franco Colella, Ferrucvio Capone, Gerardo Capozza, il vice sindaco di Bagnoli Maria Vivolo, il manager dell’Asl Sergio Florio, il direttore dell’Air Dino Preziosi, ai dirigenti del Nuovo Psi Pino Vitale, Marcello Gentile, Antonio Volpe, l’ex consigliere comunale di Avellino Adelchi Silvestri, i nuovi di Cantiere Irpinia Lazzaro Iandolo, Sabino Morano. Il Governatore sciolina le opere che materialmente potranno partire: “dall’Alta Capacità, dalla bonifica dell’ex Isochimica, dalla Pianodardine-Valle Caudina ora sotto l’egidia dell’Asi, agli impianti sciistici del Laceno.” Un occhio di riguardo il Governatore lo riserva anche alla banda larga utile per creare sviluppo nelle aree interne. Sotto il fuoco delle domande, Caldoro cerca di evitare di rispondere a quelle politiche, ma la curiosità dei giornalisti è incalzante: “Faccio il Presidente della Regione, non mi candido”, poi sul suo futuro politico aggiunge: “Sono riformista, socialista e sto dalla parte dei moderati. Avevo aderito al Pdl con il mio movimento ed ora dentro e attorno a Forza Italia dobbiamo costruire l’area dei Moderati. Bisogna svincolarsi dalle logiche del partito delle tessere, pensare ad un modello all’americana. È’ giusto che ci siano rivendicazioni, dobbiamo dare spazio alla partecipazione e confrontarci”. Un Caldoro accomodante, parole dettate probabilmente anche dalla cattiva aria che si respira in maggioranza. “non ho mai parlato di rimpasto, al massimo di rafforzamento dell’assetto di Giunta. Se ci sta un Maradona (politico naturalmente) non sarei certamente stupido a lasciarlo fuori”. Superata la fase politica ritorna a spiegare delle sue azioni di sviluppo: ” Il patto di stabilità ci ha bloccato opere nonostante i soldi disponibili. Sulle trivellazioni la Regione non ha dato nessuna autorizzazione, quindi non ci saranno lavori. Sulla forestazione i maggiori problemi sono da ricercare nelle scelte fatte in passato. Nel 2009 inserire la forestazione nei fuori bilancio voleva significare licenziare tutti. È ciò ha fatto chi governava la Regione quel tempo. Con sforzi e sacrifici stiamo tentando di porre un rimedio, ma miracoli non possiamo farne. Non siamo i datori di lavoro dei forestali, le comunità montane devono produrre progetti, in passato non hanno saputo gestire bene ed ora ci ritroviamo a dover mettere una toppa per garantire i lavoratori che hanno espletato il proprio servizio e giustamente chiedono di essere pagati”.

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