Sant’Angelo dei Lombardi – La difesa dell’ambiente, ma soprattutto la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori della zona. È questa la preoccupazione alla base dell’Interrogazione parlamentare presentata congiuntamente dal Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano, e dall’on.Raffaele Tecce, entrambi senatori di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. L’atto ispettivo è rivolto al Ministro dell’Ambiente, Pecoraro-Scanio. “I dati che abbiamo a disposizione – ha dichiarato il Presidente Sodano – sull’area industriale Nusco-Lioni-S.Angelo sono preoccupanti. Occorre determinare urgentemente le condizioni per poter rendere compatibili l’occupazione, la qualità del lavoro e la tutela ambientale. Ma intanto bisogna intervenire per bloccare l’inquinamento atmosferico e delle acque. Mi pare che le Amministrazioni locali interessate si vogliano impegnare in questa direzione”. Sulla questione è intervenuto anche Emilio Ciotta, assessore del PRC al Comune di Lioni. “Ci stiamo impegnando affinché l’Ofanto venga risanato. Per questo abbiamo chiesto controlli più severi e puntuali, e sicuramente l’interrogazione dei senatori Sodano e Tecce sarà molto utile da questo punto di vista. Stiamo già lavorando con le altre Amministrazioni interessate per promuovere un tavolo istituzionale su ambiente e lavoro nell’area industriale, allargato anche al Sindacato”. “C’è bisogno di controlli ambientali puntuali e frequenti, sul depuratore sulla Rifometal e in generale sulle emissioni che avvengono nell’area industriale Lioni-Nusco-S.Angelo – ha continuato il segretario provinciale del Prc Gennaro Imbriano -. E occorre sapere subito se quel depuratore già inadeguato a trattare gli scarichi industriali, sia in condizioni di smaltire anche il percolato”.
PARTE DELL’INTERROGAZIONE:
(…) – l’agglomerato industriale, costruito con i contributi dello Stato, provoca gravi danni sia alla salute dei cittadini che alle risorse naturali, per via dell’inquinamento acustico, atmosferico, del suolo, del sottosuolo e delle falde acquifere causate da varie industrie presenti nell’area, inquinamento che supera notevolmente i livelli autorizzati ai sensi della vigente legislazione e dei limiti stabiliti dalle direttive europee; (…)
– i cittadini lamentano l’uso delle industrie locali di bruciare il materiale di scarto nei capannoni industriali, senza che siano funzionanti fumaioli né filtri, tanto da provocare enormi fumate nere (quasi sicuramente durante la fusione dello scarto sporco di olio e altro) e maleodoranti che oscurano tutta la zona e rendono insopportabile la vita di chi abita nelle aree limitrofe;
– i depuratori a servizio delle aziende non sono autorizzati al trattamento dei reflui industriali pericolosi quali il cromo e il piombo, già riscontrati nelle acque dei depuratori dell’area industriale e soprattutto nelle acque che poi vanno a confluire nel fiume Ofanto, che prima di arrivare a mare (in Puglia) confluisce nell’invaso della diga di Conza (oasi WWF);
– un’indagine dell’ARPAC risalente al 29 agosto 2005 -nota 4570- ha evidenziato che i campioni di acqua prelevati a valle del depuratore dell’area industriale presentavano valori superiori a quelli previsti dalle norme (relativamente all’ammoniaca totale, al piombo, al cromo e al fosforo e nell’aria; e, sui terreni adiacenti gli opifici industriali, relativamente al manganese, al cadmio, al piombo, al nichel e alle polveri totali) e rilevava inoltre che i campioni di acqua prelevati all’uscita del depuratore F2 presentavano valori fuori limite con riferimento alla presenza di Escherichia Coli;
– lo scorso 9 ottobre è intervenuto un nuovo prelievo da parte dei tecnici dell’ARPAC, sollecitato dai Carabinieri a causa di una notevole moria di pesci; in via ufficiosa sembra che sia stata verificata la morte del fiume Ofanto tra la zona industriale di Nusco e i quattro chilometri a valle dello stesso fiume;
– il Sindaco di Nusco, in risposta ad una petizione presentata dai cittadini della zona ha prodotto una serie di ordinanze per vietare ai proprietari e/o coltivatori dei terreni adiacenti all’area, per un raggio di 300 metri, la produzione, la raccolta e/o il consumo dei prodotti agricoli, nonché il pascolo e l’allevamento di animali da cortile,
si chiede si sapere:
– se il depuratore dell’area industriale di Lioni-Nusco-Sant’Angelo dei Lombardi, nato per smaltire liquami industriali, è adibito allo smaltimento di percolato;
– se i reflui inquinanti provengono solamente dalle industrie locali ovvero se derivano anche dal percolato che arriva da Difesa Grande di Ariano Irpinio, che viene sversato regolarmente nel depuratore del nucleo industriale di Lioni-Nusco-Sant’Angelo dei Lombardi;
– se gli impianti siano a norma e se gli stessi rispettano i limiti di emissione in atmosfera così come prescritto dalle direttive europee;
– che tipo di azione urgente si intende intraprendere per assicurare maggiori controlli sulle emissioni di fumi e sull’inquinamento prodotto dal depuratore dell’area che scarica nel fiume Ofanto e per verificarne l’impatto ambientale attraverso un monitoraggio ambientale costante dell’area;
– che tipo di interventi sono previsti per la messa in sicurezza degli opifici alla luce delle ordinanze del Sindaco di Nusco e quali siano i tempi della loro realizzazione;
– quale sia l’autorità che autorizzato allo smaltimento di percolato nel depuratore e per quanto tempo tale smaltimento è stato autorizzato.