VIDEO/ Strage bus, assolto Castellucci ma non tutti di Autostrade. Condanne pesanti per Lametta e Ceriola

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Renato Spiniello – Sono le 12 in punto dell’11 gennaio 2019 quando nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Avellino il giudice monocratico Luigi Buono legge il verdetto di primo grado sul processo riguardante una delle più gravi stragi stradali d’Europa.

LA SENTENZA – Assolto l’ad di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci che oggi non era presente in aula. Tra i dirigenti assolti anche Riccardo Mollo, Giulio Massimo Fornaci, Antonio Sorrentino, Michele Maietta e Marco Perna. E invece sono stati condannati a 6 anni di reclusione per disastro colposo e omissioni in atti d’ufficio l’ex direttore di tronco Michele Renzi, Paolo Berti, Bruno Gerardi e Gianni Marrone a 5 anni. Sei anni anche per Nicola Spadavecchia e Gianluca De Franceschi.

Confermata, invece, la condanna a 12 anni per Gennaro Lametta, titolare di Mondotravel e proprietario del bus noleggiato dalla comitiva di pellegrini di Pozzuoli. A lui il giudice Buono ha riconosciuto il reato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e il falso per la revisione del bus. Reclusione anche per la funzionaria della Motorizzazione civile di Napoli, Antonietta Ceriola, condannata a 8 anni mentre il collega Vittorio Saulino è stato assolto.

REAZIONI – Rabbia e indignazione da parte dei parenti delle quaranta vittime. “Vergogna, questa non è giustizia” gridano quando il giudice Buono esce dall’aula. Aula che è stata bloccata dagli stessi che chiedono con veemenza di parlare con il magistrato.

LA STRAGE – Era il 28 luglio del 2013 quando lungo l’autostrada A16, nel tratto di Monteforte Irpino, sul viadotto Acqualonga, un bus di pellegrini diretto a Pozzuoli per un guasto al sistema frenante ha impattato contro le barriere bordo-ponte sfondandole e precipitando nel vuoto da un’altezza di trenta metri. Alla fine si contarono quaranta vittime, la maggior parte delle quali decedute sul colpo al termine della rovinosa caduta. Pochissimi i superstiti tra bambini e passeggeri protetti, come testimoniato successivamente, dall’abbraccio dei propri cari ma che comunque hanno riportato profonde conseguenze sia fisiche che morali.

I NOMI DELLE VITTIME – Immacolata Ambrosio, Anna Acquarulo, Assunta e Gennaro Artiaco, Carolina e Giovanni Basile, Salvatore Bruno, Luciano e Mario Caiazzo, Maria Carannante, Raffaela Chiocca, Giovanni Conte, Maria Luisa Corsale, Antonio, Silvana e Simona Del Giudice, Teresa Delle Cave, Salvatore Di Bonito, Filomena Di Paolo, Gennaro Esposito, Agnese e Barbara Illiano, Olga Iodice, Elisabetta Iuliano, Ciro Lametta, Giuseppina Lucignano, Anna Mirelli, Irene Musto, Procolo Paone, Pasquale Parrella, Anna Raiola, Teresa Restivo, Luigia Rocco, Antonietta e Maria Rosaria Rusciano, Maria Elisabetta Russo, Alfonso Terracciano, Salvatore Testa, Vincenza Trincone e Biagio Vallefuoco.

LE RICHIESTE DI CONDANNA – Al termine della requisitoria i pm Rosario Cantelmo e Cecilia Annecchini avevano chiesto dieci anni a testa di reclusione per dodici imputati tra dirigenti e funzionari di Autostrade per l’Italia, ovvero per Giovanni Castellucci, Paolo Berti, Riccardo Mollo, Michele Renzi, Nicola Spadavecchia, Bruno Gerardi, Michele Maietta, Gianluca De Franceschi, Gianni Marrone, Massimo Fornaci, Marco Perna e Antonio Sorrentino. Invocati inoltre dodici anni per Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia viaggi Mondo Travel e fratello di Ciro, autista del bus deceduto nello schianto, nove anni per Antonietta Ceriola e sei anni e sei mesi per Vittorio Saulino, entrambi dipendenti della Motorizzazione Civile di Napoli.

1 COMMENT

  1. […] I New Jersey che ci vediamo scorrere di fianco mentre percorriamo l’autostrada non garantiscono sicurezza, svela Luigi Pelazza, e a muovere le acque – racconta ancora l’inviato – è stata la Procura di Avellino, aprendo un fascicolo all’interno di un’indagine nata nel 2013 dopo che lungo l’A16, all’altezza del viadotto Acqualonga, si era verificata la peggiore strage automobilistica d’Italia, in cui morirono quaranta persone e per le cui cause si è da poco concluso il processo penale di primo grado a carico di quindici imputati, nove dei quali, tra cui alcuni dirigenti di Autostrade per l’Italia, condannati. […]

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