Solofra, baratto amministrativo Asi: D’Urso chiede chiarimenti alla maggioranza

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“Allora, ricapitoliamo, il 4 maggio 2015, unitamente all’Associazione il Faro, sottoposi alla squisita Maggioranza Consiliare il Baratto amministrativo, strumento introdotto dal decreto Sblocca Italia, allo scopo di offrire ai cittadini in difficoltà economica verso la Pubblica Amministrazione un modo per poter saldare i propri debiti con lavori socialmente utile. Tale proposta non ha avuto nessuno sviluppo in quanto ritenuta inapplicabile dall’Amministrazione. Oggi dopo di circa quattro anni, all’insaputa del sottoscritto e dell’intero Consiglio Comunale, l’Amministrazione Comunale ha deciso di applicare il Baratto Amministrativo non ai cittadini in difficoltà ma bensì, incredibile a dirsi, all’ASI, si
proprio con l’ASI e alla fallimentare CGS”. Scrive in una nota il consigliere del comune di Solofra Antonello D’Urso.

“In cambio – prosegue – probabilmente di qualche struttura obsoleta e di qualche promessa sul Piano Asi, l’Amministrazione Vignola intende aderisce al Baratto amministrativo, chiedendo un ulteriore sacrificio ai conciatori vessandoli con un nuovo e odioso balzello di euro 0,22 da calcolare sui mq degli opifici industriali a prescindere dalla loro operatività. Alla faccia degli sgravi fiscali o dir si voglia, alla faccia del contenimento di tasse e in generale di costi”.

D’Urso aggiunge: “Un ennesimo bluf si sta consumando ai danni del nostro distretto. Bisogna cambiare! Smettere di essere al servizio di chissà quale potere occulto provinciale o Regionale! Solofra ha bisogno di attrarre nuovi capitali e lo si può fare unicamente andando avanti sul frazionamento degli opifici e sul cambio di destinazione d’uso. Ad oggi nel nostro nucleo industriale non si possono insediare altre industrie se non quelle conciarie. Una follia”.

“Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale di risolvere tale problema in meno di cento giorni pena le sue dimissioni, l’amministrazione Vignola sul punto non
è stata in grado di fornire risposte soddisfacenti. Ed ancora, mentre il nostro distretto conciario continua ad essere alle prese con un perenne immobilismo e con ostracismo più o meno velato dagli enti sovracomunali, altrove si investe, si scommette sui territori, si immagina un percorso di crescita”.

“Ora l’amministrazione, il Sindaco in testa, abbia il coraggio di fare marcia indietro e dia nuove priorità, staccandosi dall’ASI, quindi scelte coraggiose, lontane dalle logiche di partito provinciale, utilizzando d’avvero l’opportunità di crescita. Ora serve una nuova programmazione del territorio. Rimangono due strade percorribili: la prima si chiama sviluppo, attraverso la diversificazione, e dopo l’ultimo colpo di coda dell’Asi, tiriamoci fuori; l’altra strada, senza girarci intorno, è un bagno di umiltà. Di fronte ad una maggioranza litigiosa, la quale certifica una evidente crisi politica e programmatica, con la certa conseguenza di una mancata crescita del nostro paese. La prima strada porta a fare un discorso di verità al paese, la seconda ad annunciare sempre nuovi traguardi e cronoprogrammi che poi non potranno essere rispettati. Per quanto entrambi legittimi, la prima strada ci sembra quella più diritta, altrimenti conseguenza inequivocabile, dimissioni” chiude la nota il consigliere D’Urso.