Soffoca il cane del vicino: gli animalisti si costituiscono parte civile nel processo

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cane impiccato a Montemiletto

Renato Spiniello – Soffocò il cane del vicino perché supponeva che gli aggredisse le galline. L’uomo, un 75enne di Montemiletto, è stato colto in flagranza proprio dalla proprietaria di “Ciccio” – questo il nome che aveva dato alla povera bestiola – e di conseguenza deferito all’autorità giudiziaria dai Carabinieri della locale Stazione.

Una notizia choc che ha sconvolto non solo la comunità montemilettese, ma l’Irpinia tutta, tanto che l’associazione animalista “Sos Natura”, nata proprio nel medesimo borgo irpino con lo scopo di difendere e tutelare ambiente ed animali, ha deciso di denunciare l’accaduto e di costituirsi parte civile nell’instaurando procedimento penale a carico del responsabile.

L’associazione, si legge nella missiva inviata ai Carabinieri, chiede di essere notiziata in caso di richiesta di archiviazione da parte del Pubblico Ministero.

“Montemiletto è una comunità contraria agli animali? – spiega il presidente dell’associazione Eduardo Quarta – visto che pochi giorni fa un cane è stato ucciso dal vicino perché lo infastidiva.

Cos’è cambiato dunque dal 2015, quando il cane Fiume fu impiccato? (in foto copertina, ndr) L’analisi sul comune irpino è sconfortante se ripensiamo al passato: alle teste di cinghiali abbandonate in campagna, ai cani nelle trappole per ungulati, agli avvelenamenti, al randagismo incontrollato e al bracconaggio.

Quello che si riscontra è una vera e propria emergenza sociale. La società civile deve indignarsi, chiedere giustizia, e le istituzioni devono prendere le distanze da chi maltratta gli animali.

La protezione degli animali è una funzione attribuita in primis ai Comuni ed alle Comunità montane. Non si può tollerare la loro inerzia, così come non si possono tollerare azioni cruente e deplorevoli come l’uccisione intenzionale di un povero cane inerme ed indifeso. Sos Natura esorta tutti i cittadini sensibili e le associazioni animaliste ad unirsi per esprimere unitamente la loro indignazione”.