Seimila stranieri residenti in Irpinia: un convegno per illustrare “l’insediamento” sul territorio

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Martedì 12 aprile, alle ore 9.30 presso la Sala Grasso del Palazzo dell’Amministrazione Provinciale di Avellino in Piazza Libertà, sarà presentato il volume “Da terra di emigrazione a terra di immigrazione: l’insediamento straniero in Irpinia”. All’incontro parteciperanno Alberta De Simone, Presidente della Provincia di Avellino; Fiorentino Lieto, segretario provinciale del Sunia CGIL; Dario Spagnuolo, autore della ricerca; Maria Teresa Terreri, coordinatrice dell’area servizi di Cidis Onlus e Marcello Zecchino, assessore provinciale alle Politiche Sociali. La ricerca è stata realizzata nell’ambito del progetto Ciao (Centro Immigrati Avellino Ospite). Il progetto ha consentito la realizzazione di un centro polifunzionale, promosso dalla Provincia di Avellino e finanziato con i fondi dell’accordo di Programma tra il Ministero del Lavoro e la Regione Campania e realizzato da Cidis Onlus e Alisei Coop. Oltre alla ricerca, che ha avuto lo scopo di implementare l’analisi dei bisogni della popolazione straniera e sistematizzare le conoscenze emerse durante lo svolgimento delle attività, il Centro C.I.A.O. ha realizzato un’attività di sportello, segretariato sociale e intermediazione abitativa per gli stranieri, corsi di alfabetizzazione sociolinguistica in lingua italiana, laboratori ludici per i minori immigrati, attività di formazione, festival e rassegne cinematografiche. La ricerca rivela che, in circa due anni, il numero di stranieri soggiornanti in Irpinia è raddoppiato. Attualmente sono oltre 6.000 gli stranieri residenti e provengono da 90 differenti paesi. La comunità più numerosa è quella degli Ucraini, che sono circa il 30 per cento del totale degli stranieri in Irpinia, seguono nella graduatoria i Cinesi, i Marocchini e gli Albanesi. Le aree di insediamento più significative sono quelle di Solofra e Avellino. Altri Comuni con una presenza significativa di residenti stranieri sono quelli di Ariano Irpino, Cervinara, Avella e Domicella, tutti con oltre 100 immigrati residenti. Ad Avellino e nei Comuni limitrofi di Monteforte Irpino e Mercogliano prevalgono gli Ucraini che lavorano nel settore dei servizi alle famiglie e agli anziani. Il Comune capoluogo, infatti, registra un trend demografico negativo, con una diminuzione delle nascite e un aumento significativo della popolazione anziana: ogni 100 ragazzi tra gli 0 e i 14 anni, infatti, vi sono 120 anziani ultrasessantacinquenni, circa il doppio della media regionale. Nel polo conciario di Solofra, comprendente anche Montoro Inferiore e Superiore e il Serinese, trovano lavoro e alloggio i Cinesi, tra i quali si annoverano molti studenti che frequentano le scuole della Provincia. Lavoro, abitazione e conoscenza linguistica sono le principali difficoltà che gli immigrati incontrano in Irpinia. In particolare, la ricerca ha approfondito il problema abitativo della popolazione immigrata. In Irpinia, molti stranieri vivono presso i datori di lavoro, rinunciando alla propria privacy e vivendo sotto la continua minaccia che la perdita del lavoro comporti il ritrovarsi senza un tetto. Chi riesce ad affittare un’abitazione incontra notevoli difficoltà sia per la diffidenza dei proprietari di casa, sia per la mancanza di informazioni. Spesso, poi, gli stranieri devono sottostare a clausole illegittime, come l’affitto a “posto letto” e la continua minaccia di essere sfrattati senza alcun preavviso. I quartieri dove gli stranieri abitano, poi, sono di solito alquanto degradati. Insediamenti immigrati più significativi si segnalano nelle vicinanze dei torrenti, nelle frazioni più periferiche e nelle aree maggiormente colpite dal terremoto del 1980. Nonostante ciò, la Provincia di Avellino appare più accogliente di altre realtà italiane, anche per la disponibilità di alloggi a costi contenuti. Il problema, tuttavia, non è da sottovalutare ma potrebbe aggravarsi in futuro, come dimostrato dall’esperienza delle province italiane che accolgono un numero notevolmente superiore di immigrati. In questo senso, la ricerca si propone come contributo di conoscenza e riflessione alle politiche di welfare locali.

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