Referendum Malzoni, i dipendenti dicono no all’accordo

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Casa di cura Malzoni
Casa di cura Malzoni

Si sono conclusi oggi i tre giorni di referendum presso la clinica Malzoni di Avellino. Così in una nota Stefano Caruso e Pino Freda della Uil: I lavoratori dell’azienda non hanno accettato l’ipotesi di accordo che prevedeva la rinuncia di indennità mensile e la rinuncia del premio di produzione per ben sette anni. In cambio i 57 dipendenti della tempor sarebbero stati assunti parte time dal primo luglio al 31 dicembre e full time con contrattato a tempo indeterminato a partire dal primo gennaio 2016. Ma i dipendenti della Malzoni non ci stanno. Dicono no ai compromessi proposti. Non sono disposti a fare alcun sacrificio economico. Il referendum si è svolto nella massima trasparenza. Hanno votato 121 aventi diritto al voto su 146 con una percentuale dell’ 82,88%. Ha vinto il no con 82 voti contro i 33 voti del si. Si sono contate quattro schede nulle e due bianche”.

“La loro scelta va rispettata – dice il segretario provinciale della Uil sanità privata Stefano Caruso fin quando si tratta di mettere le mani nelle tasche dei lavoratori è giusto che siano loro ad avere l’ ultima parola. Noi non possiamo fare altro che prenderne atto e continuare ad interessarci della vicenda con massima professionalità e scrupolosità. Ora tocca all’ azienda fare il passo successivo. Certo è che resteremo vigili e attenti alle mosse dell’ azienda garantendo sempre la massima tutela ai nostri lavoratori. Non abbasseremo la guardia – conclude Stefano Caruso – né distoglieremo l’ attenzione alle esigenze dei nostri iscritti”.

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