Per non dimenticare, il viaggio degli studenti del liceo Virgilio nel lager di Dachau

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Mentre la storia è diventata purtroppo una disciplina minore nei licei italiani, sparendo clamorosamente nei programmi dell’esame di stato e mantenendo una posizione alquanto marginale nell’orario settimanale, ci sono scuole come il Liceo “Publio Virgilio Marone”, guidato dalla dirigente Lucia Forino, protagoniste di un’importante inversione di tendenza.

Attraverso l’ampliamento della propria offerta formativa mediante progetti che mettono al centro il nostro rapporto con il passato in funzione del presente, allo scopo di contribuire ad educare un’umanità migliore. Questo il senso degli incontri, appena iniziati, della rassegna “Testimoni nel tempo”, che ha visto ospite dell’istituto avellinese Tullio Foà, testimonianza vivente delle ignobili leggi razziali; e, adesso, del progetto “I percorsi della memoria”.

Si tratta di un’iniziativa curata dal professore Domenico Pisano e pienamente appoggiata dalla dirigente scolastica, nella forte convinzione del rilievo formativo di un viaggio dentro l’orrore dei campi di sterminio nazisti. Del resto già realizzata in passata dal Liceo di via Tuoro.

L’organizzazione di un viaggio d’istruzione tra Monaco di Baviera, Dachau e Norimberga, dentro i luoghi dove venne pianificata e attuata l’eliminazione di massa di altri esseri umani, costituisce una tappa fondamentale che ognuno dovrebbe compiere nella vita, per rendersi conto, in maniera diretta, di quella “banalità del male” descritta da Hanna Arendt, a proposito di quegli indicibili crimini commessi dal regime hitleriano, che causarono più di sei milioni di vittime, in gran parte ebrei, insieme a rom, testimoni di Geova, omosessuali, comunisti e oppositori politici, slavi, disabili.

Dunque, non una semplice escursione turistico-culturale in Germania, ma piuttosto una visita di enorme carica emotiva dove la follia dei lager nazisti ebbe inizio. Perché Dachau ha il triste primato di aver ospitato il primo campo di concentramento tedesco, aperto il 22 marzo 1933 su iniziativa di Heinrich Himmler, uno dei massimi teorici ed esecutori della “soluzione finale”. Fu a Dachau, infatti, che vennero effettuati i primi esperimenti sui detenuti, gli interventi chirurgici, senza anestesia, sugli internati ridotti a cavie, mettendo a punto tecniche di sterminio poi esportate negli altri campi sorti ad opera dei tedeschi, dove fu adottato il “modello” Dachau. Per un triste primato che ha segnato per sempre questa città, non troppo distante da Monaco di Baviera, nell’ovest della Germania.

Emblematiche le parole con cui uno dei soldati americani che liberarono il campo di sterminio, il 29 aprile 1943, il grande scrittore J. D. Salinger, descrive alla figlia la sensazione che provò varcando i cancelli di Dachau: “È impossibile non sentire più l’odore dei corpi bruciati, non importa quanto a lungo tu viva”.

A Dachau, persero la vita nei forni crematori e nei folli esperimenti degli “scienziati” nazisti 41.500 prigionieri, compresi quelli morti per stenti o malattie, ma la triste contabilità delle vittime crebbe anche a liberazione avvenuta, a causa di un’epidemia di tifo che uccise più di duemila sopravvissuti.

Ma per affrontare una prova emotiva così grande, come quella di visitare il primo lager nazista, dove si iniziarono a testare cure mediche e esperimenti sul congelamento del corpo umano, utilizzando cavie umane vivisezionate in vita, spostando poi alcune attività ad Auschwitz, sempre all’insegna dei campi di lavoro forzato e di sistematica eliminazione degli internati; a Dachau, dove le SS si esercitarono nei più efferati omicidi e nel terrore senza pietà, con la tremenda “jourhaus”, la “porta dell’inferno”, e la scritta comparsa successivamente anche ad Auschwitz, “Artbeit Macht Frei”, “il lavoro rende liberi”, gli studenti ed i docenti del liceo “Virgilio” hanno seguito un corso di formazione e di approfondimento curato dal professore Pisano. Alla luce della serietà e del rilievo di un simile viaggio, suddiviso in due tronconi, negli stessi luoghi.

Uno partirà alla volta di Monaco, Dachau e Norimberga, il prossimo 6 marzo fino al 9; l’altro, l’11 marzo fino al 14. Per una esperienza di quelle che restano impresse per sempre nella memoria. Di alto valore formativo.