Pd, addio Congresso. Grella: “Dobbiamo interrogarci sulla credibilità del partito”

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Marco Imbimbo – La decisione era nell’aria e alla fine è stata ufficializzata: il congresso del Pd, per eleggere il segretario provinciale, è saltato di nuovo. Una scelta che crea qualche malumore.

«Dobbiamo fare il punto della situazione sulla credibilità di questo partito», esordisce Ida Grella, referente dell’area De Luca che, negli ultimi mesi, si era spesa molto affinché venisse celebrato il congresso. «Per quanto ci riguarda, noi eravamo pronti a sostenere anche un congresso che non condividevamo nella tempistica, perché sarebbe stato un congresso solamente burocratico, non di discussione su mozioni e programmi dei singoli candidati. È evidente che non è così che si fa un congresso – sottolinea Grella. Adesso vogliamo comprendere qual è il panorama e la visione di cosa ci attende». Uno strappo, all’interno del Pd, che arriva a ridosso delle elezioni politiche. «Fare una campagna elettorale con questi stop and go continui non è facile. Al momento non sappiamo chi sarà il riferimento del partito in questa campagna elettorale».

Grella, inoltre, contesta anche la tempistica dell’annullamento del congresso, arrivato a pochi minuti dalla scadenza del termine per la presentazione delle candidature.

«Bisognava sospenderlo prima e non arrivare all’ultimo secondo, e subito prima della convocazione della commissione per il congresso. Eravamo venuti a presentare la nostra lista con circa 400 firme». Ripercussioni potrebbero esserci proprio sulle prossime elezioni politiche. Nei prossimi giorni, infatti, l’area De Luca sarà impegnata in una valutazione su come comportarsi in occasione della tornata elettorale.

«Noi abbiamo un senso dell’appartenenza che prescinde dagli atteggiamenti delle singole persone – precisa Grella. Comunque ci aspettiamo dal nazionale una presa di coscienza e anche una presa in carico del partito di Avellino. Dobbiamo attendere ancora le candidature, ma onestamente il quadro è abbastanza complicato. Basta dire che erano pronti numerosi candidati, il che significa che si esalta il personalismo e noi invece abbiamo detto che vogliamo un partito unito, possibilmente su una discussione e un confronto».