Partito Democratico: Il nuovo corso parte da Napoli

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Michele De Leo – Sarà la sfrontatezza della sua giovane età o, forse, la consapevolezza di dover dimostrare che il cambio di passo bisogna attuarlo e non solo annunciarlo. Il nome di Mario Sarracino è ancora sconosciuto ai più, ma il neo segretario metropolitano del Partito democratico di Napoli ha già un merito. E non è quello – o, forse, non solo – di aver riunito tutte le anime di un partito sempre litigioso come nel resto della regione e del Paese. Sarracino esce subito allo scoperto e ha il coraggio di dire quello che pure la Presidente del consiglio regionale, l’irpina Rosetta d’Amelio, non è riuscita a dire: “De Luca è il nostro candidato per la presidenza della Regione”. Una dichiarazione forte, che in tanti si attendevano, da tempo, dai vertici regionali e nazionali del partito. Una dichiarazione che suona in maniera molto diversa dal “credo che giusto, dopo un solo mandato da Governatore, che il Presidente Vincenzo De Luca si possa riproporre all’attenzione dell’elettorato” della D’Amelio nella sua intervista ad Irpinianews.it. Non toccava certo alla Presidente del consiglio regionale l’investitura di De Luca ma – da lei e dagli altri rappresentanti istituzionali del partito – ci si attendeva una presa di posizione forte e netta. Sarracino, dal canto suo, ha le idee chiare: “bisogna provare a costruire un’alleanza sul modello nazionale per non consegnare la Campania a Salvini. Al Partito Democratico ed al Movimento Cinque Stelle direi di non porre veti: un tentativo può fallire, l’assenza di tentativi fallisce di sicuro”. La possibilità di arrivare al voto delle regionali con una grande coalizione di centrosinistra a sostegno della candidatura del Governatore uscente resta ancora utopia. L’ex sindaco di Salerno continua a ricevere porte in faccia dal Movimento Cinque Stelle ma non solo. Nessuno dei vertici di Viva Italia ha messo in discussione le dichiarazioni del parlamentare Gennaro Migliore, il quale ha chiesto un passo indietro a De Luca. Non mancano, poi, voci discordanti all’interno dello stesso Pd, dove sono in tanti a rimproverare al Governatore di non essere riuscito a centrare molti degli obiettivi prefissati. Si andasse a votare a gennaio, non sarebbero da escludere tre o più candidati tra i partiti di centrosinistra ed il Movimento Cinque Stelle. Un autogol clamoroso, che contribuirebbe a consegnare, su un piatto d’argento, la Regione al centrodestra e riportare Stefano Caldoro sul massimo scranno di palazzo Santa Lucia. Sarracino ha dimostrato – con la sua elezione e le sue parole – che un nuovo corso è possibile. Chissà che l’esempio del Partito democratico napoletano non possa essere seguito anche da quello irpino, sempre più litigioso e alle prese con diatribe interne che sarà molto complicato anche solo provare a curare. L’ipotesi di un segretario giovane, stavolta senza ombre e padrini ma con la libertà di muoversi autonomamente, potrebbe segnare la tanto attesa, da parte di iscritti e simpatizzanti, scossa in grado di riportare entusiasmo.