OPERAZIONE PARTENIO 2.0/ Le intercettazioni e quel bacio in bocca che testimonia la fratellanza

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Renato Spiniello – “…Quando arriviamo la in cima che stava tutta … là… si baciavano in bocca! Sai che vuol dire? Entra Carminuccio (ndr Valente Carmine alias Caramella) con Pasquale il bacio in bocca, quell’altro ragazzo uh… eh… si baciavano in bocca! Quelli là per baciarsi in bocca Ferdinando…. tu lo baceresti una persona in bocca?…per baciarsi in bocca, ma la veramente c’è la fratellanza! E là non si sposta una pietra senza che quelli li sanno!ed oggi il perno principale! Il perno! neanche Carminuccio! prima era Carminuccio (ndr. Carmine Valente) ora Pasquale! (ndr. GALDIERI Pasquale)…”.

Un bacio in bocca che testimoniava la fratellanza. E’ quanto è stato appurato nel corso dell’operazione denominata “Partenio 2.0”, relativa alla costituzione di un nuovo clan ad Avellino nato dalle ceneri del clan Genovese, poi denominato Clan Partenio e successivamente, dagli odierni indagati ribattezzato Nuovo Clan Partenio.

Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino

Le parole intercettate sono quelle di Ernesto Nigro, tra i 23 arrestati (di cui 18 in carcere e 5 ai domiciliari) nell’ambito della maxi-operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino, che hanno eseguito alle prime luci dell’alba il provvedimento cautelare personale a carico delle 23 persone tutte ritenute responsabili, a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, usura, estorsioni, detenzione di armi ed altro, nei comuni di Avellino, Bagnoli Irpino, Montella e Monteforte. La misura cautelare è stata emessa dal Gip di Napoli in data 17 settembre 2019, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia partenopea.

Le indagini sono iniziate nell’estate 2017, per riscontrare le dichiarazioni rese durante un interrogatorio di garanzia al Nucleo Investigativo CC di Avellino da Vietri Francesco (condannato il 24 settembre alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Tornatore Michele).

A seguito di tali dichiarazioni, il Nucleo Investigativo ha avviato una serie di attività tecniche sul conto di diversi pregiudicati tra cui Galdieri Pasquale e Nicola, Dello Russo Carlo e altri soggetti già attenzionati nell’ambito di altro procedimento, e altri ancora quali Bocciero Diego, Galluccio Elpidio, già coinvolti in un sequestro di persona ad Avellino proprio per conto del citato Clan.

Le iniziali attività tecniche telefoniche, ambientali e di videosorveglianza hanno dato conferma che gli indagati fossero appartenenti ad un unico contesto criminale. Infatti, grazie alle intercettazioni ambientali e di videosorveglianza attivate nell’uffici dell’autolavaggio di Dello Russo Carlo, a Rione Mazzini di Avellino, si è riusciti a comprendere che lo stesso fosse il luogo di incontro tra tali soggetti dove venivano pianificate le attività illecite.

Qui, durante un incontro avvenuto tra due esponenti del gruppo criminale, la videosorveglianza è riuscita ad immortalare un rito antiquato ma tipico degli affiliati alle organizzazioni criminali di tipo camorristico, ovvero il saluto tra i due affiliati mediante un bacio sulle labbra.

Nel corso delle indagini, inoltre si riuscivano a ricostruire alcune vicende di notevole importanza che davano ancora una volta la conferma dell’esistenza del Nuovo Clan Partenio. In particolare, si segnala una grave vicenda estorsiva la cui vittima, Scognamiglio Antonio di Monteforte Irpino, era stato portato al cospetto di Dello Russo Carlo perché non aveva onorato un debito che aveva contratto con altre due soggetti compaesani. Infatti, i creditori si erano rivolti a Dello Russo Carlo, consapevoli di chi fosse costui, e gli avevano chiesto di intervenire nella vicenda per riavere il loro denaro.

Le parole pronunciate da Dello Russo Carlo, formalizzate nell’atto di denuncia presentata da Scognamiglio Antonio, fornivano, ancora una volta, la testimonianza del legame tra il Dello Russo ed i fratelli Galdieri. A titolo esemplificativo, si riporta un passo dell’atto di denuncia presentato da Scognamiglio Antonio:

Dalla piazza di Monteforte, con la sua suddetta autovettura Fiat Grande Punto di colore grigio, quest’ultimo mi conduceva a Mercogliano presso l’abitazione del suddetto malavitoso di nome Carlo, il quale appena entravo in casa sua mi aggrediva mettendomi le mani alla gola urlandomi in dialetto: 

“Per stasera se non porti i soldi a Monteforte, ti taglio la testa e ci piscio dentro. Qua comandiamo noi, se non l’hai capito apparteniamo al clan, li conosci i fratelli Pasquale Galdieri e Nicola. Se non paghi ti ammazzo. Non mi interessa se hai già pagato, visto che non hai finito di pagare il debito a franco e martino, ora non devi più avere a che fare con loro, ma solo con noi. Ci devi dare di nuovo tutto e cioè duemila euro per uno e duemila euro per l’altro, da versare duecento euro al mese nelle mani di Ferdinando iniziando da ora, da questo mese di ottobre”.

Le attività investigative hanno dato piena conferma dell’esistenza dell’associazione per delinquere di tipo mafioso con principale interesse nel settore delittuoso dell’usura e delle estorsioni: contestati infatti oltre al reato associativo, 14 episodi di usura per un giro d’affari di circa 1.000.000 di euro, 7 episodi di estorsione (tra queste due a danno di imprese edili) e detenzione di armi.

Lo sviluppo investigativo ha consentito inoltre di accertare che Galdieri Pasquale, avendo appreso che la famiglia Forte di Avellino aveva creato un’illecita attività relativa all’acquisizione di immobili posti all’asta, concordava con gli esponenti della famiglia Forte, per il tramite di Genovese Damiano una percentuale del 50% sui ricavi derivanti da questa illecita e lucrosa attività.

Effettuate anche perquisizioni con la presenza dei Sostituti Procuratori D.D.A. di Napoli Dott.ssa Simona Rossi, Dr. Luigi Landolfi, Dr. Henry John Woodcock e con la Guardia di Finanza, presso studi Legali per la ricerca di documentazione utile a dimostrare il reato di turbativa d’asta nel settore immobiliare a carico del “gruppo Forte”.

Contestualmente la Polizia di Stato ha proceduto a una serie di perquisizioni ex art. 41 Tulps nei confronti di soggetti ritenuti contigui al sodalizio criminoso oggetto di investigazioni.

Tutte le operazioni sono state sovraordinate personalmente dal Procuratore della Repubblica di Napoli, Dr. Giovanni Melillo, intervenuto presso la sede del Comando Provinciale dei carabinieri anche per complimentarsi con il personale operante.

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