Musella: “Estendere il fondo disabili per l’assistenza domiciliare dei malati di Alzheimer”

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Assistenza anziani
Assistenza anziani

Disabili, anziani e non autosufficienti: il governatore Vincenzo De Luca annuncia una variazione di bilancio di 15 milioni di euro a favore del fondo per le politiche sociali che vanno ad aggiungersi ai 28 mln dell’attuale dotazione.

Caterina Musella, presidente di L’Aima Campania (Associazione italiana malati di Alzheimer) chiede a gran voce che le risorse nel piatto siano utilizzate per erogare servizi a sostegno della domiciliarità e delle cure a ciclo diurno all’interno di una Rete integrata pubblico-privata e che prenda in carico “oltre ai malati di sclerosi multipla, storicamente destinatari di tale tipo di assistenza anche i  pazienti affetti da gravi demenze come previsto dalle recenti leggi per il sostegno sociosanitario ai non autosufficienti”.

“Il fondo nazionale non autosufficienze – aggiunge Musella –  prevede che gli enti locali assegnino voucher ed  assegni di cura di circa 700 euro da attribuire direttamente alle famiglie  per riconoscere il lavoro di cura del caregiver che assiste a domicilio un proprio caro non autosufficiente. I 33 mln che già spettano alla  Campania per le non autosufficienze 2015 (lo Stato ha appena stanziato per le Regioni 390 mln di cui 33 destinati alla Campania a cui vanno aggiunti ulteriori 278.192.953 mln a valere sul  riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali per l’anno 2015 di cui 28 mln alla Regione Campania) sono attribuiti ai Comuni e ai Consorzi capofila dei 52 ambiti territoriali della Regione Campania. Noi chiediamo semplicemente l’applicazione delle leggi. Il sostegno alle persone non autosufficienti è previsto dal 2000 con la L. 328 ed è finalizzato all’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio regionale a valere sul “Fondo per le non autosufficienze (Fna) istituito dallo Stato”.

 “Vivere in casa piuttosto che in istituto – conclude Musella – consente al paziente una migliore qualità della vita, rallenta la progressione dei deficit funzionali e contiene i costi di istituzionalizzazione ma tutto ciò comporta la capacità della famiglia, e in particolare del caregiver,  di svolgere in modo efficace il proprio compito di cura”.

Ma a fronte dei benefici che se ne potrebbero ottenere,  le Famiglie, attualmente, sono lasciate sole nella gestione di una cura continuativa 24 h/24 ed oltre ad aumentare i costi per la cura della persona aumentano anche i costi, a carico del SSN, per la cura del caregiver principale…. la seconda vittima della malattia, che molto spesso è anch’egli un anziano/a o una donna divisa tra la gestione di due Famiglie e bisognosi/e anche loro di cure, e su cui ricade  unicamente l’intero carico assistenziale.

E alla richiesta di aiuto nei casi di emergenza non vi è nessuna risposta specifica, molto spesso alla richiesta di assistenza domiciliare le nostre Famiglie si sentono rispondere che non ne hanno diritto perché la Persona non è allettata, non è in una fase terminale, oppure la procedura per il servizio domiciliare è talmente complessa e farraginosa che preferiscono rivolgersi a servizi privati o rinunciare alle cure.

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