Lavorare da casa, per la maggioranza dei campani è un toccasana

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Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: la pensa così l’88% degli abitanti della Campania, secondo i quali il cosiddetto smartworking – laddove applicabile – riduce lo stress (38%), dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (34%) e, perché no, permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (16%).

È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare1, che ha indagato la percezione dei campani sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro.

L’attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di oltre un abitante della Campania su tre (39%), è lo stress con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale. Seguono la sedentarietà (29%) e la postura (19%), mentre solo il 10% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista.

In un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un’attività più fisica, invece, il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o l’esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (43%), seguito dall’eventualità di cadute e infortuni (31%) e dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (10%).

Ma che cosa porta ad “ammalarsi” di lavoro? Per oltre un campano su due (56%), la prima causa è la sottovalutazione dei rischi, seguita dall’inadeguatezza dell’ambiente di lavoro (35%) e dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi (31%). Per un ulteriore 31%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore.

L’azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. I campani hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (50%), una polizza sanitaria (34%), ma anche la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (22%) e incontri con uno psicologo del lavoro (16%).

In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve garantire il rispetto delle normative (72%), fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (69%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (32%).

“Questa nuova ricerca del nostro Osservatorio sul welfare, giunto alla terza edizione, – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo – ha delineato un quadro preciso delle percezioni e delle preoccupazioni degli italiani sui fattori e i modi in cui l’attività lavorativa può condizionare la salute individuale. Una risposta efficace a questi temi e a questi bisogni arriva dal welfare, in cui Reale Mutua ha una grande esperienza. Da sempre mettiamo a disposizione sia dei singoli sia delle imprese per i loro dipendenti numerose soluzioni per la tutela della salute e del benessere, come prestazioni mediche, visite e check up clinici, anche a scopo preventivo, e un’ampia gamma di benefit per la cura del wellness e la soddisfazione dei lavoratori”.