FOTO/ L’Alzata del Pannetto tra religione e politica, alla celebrazione sacra si affianca il bilancio di Foti

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Fabrizio Nigro – Nonostante il freddo e la pioggia, gli avellinesi non sono mancati all’appuntamento religioso della storica “Alzata del Pannetto”, la preziosa effige di stoffa raffigurante la Madonna dell’Assunta che quest’anno, per la prima volta, è stata issata sulla facciata del Palazzo Vescovile del capoluogo, dimora del nuovo vescovo Arturo Aiello, insediatosi lo scorso 1 Luglio.

La cerimonia, che ha avuto inizio alle ore 20.00 di quest’oggi, 26 luglio, si è svolta in una Piazza Libertà gremita di fedeli, che ha regalato un bel colpo d’occhio ai presenti con entrambe le sue fontane finalmente in funzione, dopo la dismissione delle transenne avvenuta nel corso della giornata alla presenza dell’assessore ai lavori pubblici Costantino Preziosi.

Un aspetto positivo, quest’ultimo, sottolineato anche dal sindaco Paolo Foti a seguito del suo saluto agli avellinesi, espresso dalla balconata del Vescovado, nel corso del quale il primo cittadino ha espresso un doloroso ricordo di Angelo Lanzaro, il senzatetto morto lo scorso dicembre per assideramento all’interno del vecchio Mercatone.

“Quella di Angelo è una ferita ancora aperta che non mi da pace – ha affermato Foti – e che continua a provocarmi immensa sofferenza. Avevamo più volte invitato Angelo a trovare una soluzione ai suoi problemi proponendogli delle alternative, che per motivi personali aveva tuttavia rifiutato. Non siamo riusciti a salvarlo, ma credo che sia abbastanza chiaro che un’amministrazione cittadina, con le sue scarsissime risorse, non riesca sempre a dare adeguate risposte alle storie di dolore patite da tante famiglie e da tante persone che, con dignità, spesso preferiscono non palesare i loro disagi. Bisogna certamente fare di più, organizzando in modo capillare il volontariato, d’intesa con le amministrazioni cittadine e con la Caritas, a cui riconosco tanto merito e che spesso si trova ad operare in condizioni difficili. Intanto – ha assicurato – l’assessore alle politiche sociali Teresa Mele sta lavorando in questo senso allo scopo di fare quanto possibile per dare sostegno agli indigenti, prima di arrivare alla conclusione della nostra esperienza amministrativa”.

Un’esperienza politica che non è passata in secondo piano a margine della celebrazione, e di cui lo stesso Paolo Foti ha voluto tracciare un proprio bilancio.

“In campagna elettorale avevo detto che avrei fatto un solo mandato e non mi tiro indietro rispetto a tale proposito, non ci sono le postazioni politiche eterne ed inamovibili, e bisogna sempre dare alternanza alla classe dirigente. Rispetto al mio operato non ho rimpianti, ma mi rammarica che prima della fine del mio mandato non riuscirò a portare a termine qualcosa a cui tenevo, come l’attività di pianificazione dei fondi europei, l’attività di pianificazione dell’area vasta, ma vado via sereno e con la coscienza tranquilla, convinto di lasciare in eredità un’amministrazione ed un ente in condizioni migliori. Stasera gioisco per questa piazza, sostanzialmente ultimata e consegnata alla città, rivolgendo un appello ai cittadini che avranno il dovere di preservarla, curarla e difenderla, per dimostrare attraverso piccoli atti di civismo è che è davvero iniziata un’altra epoca per Avellino”.

“Al mio arrivo mi sono confrontato con situazioni inenarrabili. Un esempio su tutti, l’aver riconosciuto oltre 18 milioni di debiti fuori bilancio che stiamo pagando, e che riguardano un periodo di tempo che va dal 1983 ai giorni nostri. Queste non sono dunque create dalla mia amministrazione, e speriamo che la prossima, avendo meno debiti sulle spalle, possa dare un’accelerata alla risoluzione di quelli che sono gli altri problemi della città.
Al momento, mi provoca grandissima preoccupazione la vicenda del Centro per l’Autismo di Valle, che tuttavia non rappresenta un rimpianto per il lavoro che abbiamo portato avanti fino a questo momento. A questa si affianca la questione del Teatro Carlo Gesualdo, su cui ci stiamo impegnando a sbrogliare un’intricata vicenda amministrativa. Tempo al tempo – assicura – e tutto verrà messo a posto. So bene che ci sono una serie di giuristi che affermano che il Teatro fallirà, ma sono sicuro che sapremo dimostrargli il contrario”.