FOTO E VIDEO / Caccia alla pantera, a Summonte i super esperti: “Orme compatibili con quelle di un grosso felino”

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Paciello e D'Alessio

Alfredo Picariello – Orme compatibili con quelle di un grosso felino. Ma ancora non è possibile avere un quadro preciso, occorrono sofisticate analisi di laboratorio. Ad ogni modo, è prudente fare attenzione nelle aree a ridosso di Summonte e Sant’Angela a Scala. La caccia alla pantera continua e, tra qualche giorno, scoccherà l’ora della verità: l’animale che sta girovagando in particolare nella fascia del Partenio è una pantera oppure no? Saranno gli scienziati a darci una risposta, dopo il sopralluogo del pomeriggio di oggi effettuato in una fondo agricolo privato, sembra appartenente ad un noto professionista, tra Summonte e Sant’Angelo a Scala.

Qualche indicazione, come scritto sopra, però, emerge. Intorno alle 15.30 da Napoli è arrivato a Summonte il professore Orlando Paciello, docente di patologia generale e anatomia patologica veterinaria dell’Università di Napoli Federico II. Con lui, Nicola D’Alessio, medico veterinario dell’Istituto Zooprofillatico del Mezzogiorno. Nella caserma della stazione dei carabinieri forestali, i due esperti hanno indossato le tute e gli altri indumenti necessari al sopralluogo.

Accompagnati dai militari, sempre in prima linea, sono giunti in via Marroni, ad un chilometro di distanza con Sant’Angelo a Scala, in pratica la strada interna che, dalla piazza principale, collega Summonte ad Avellino. Un fondo privato in una zona abbastanza impervia. Nonostante la pioggia, caduta copiosa prima dell’arrivo dei due, gli esperti sono riusciti ad avere un primo quadro della situazione. Almeno per ciò che riguarda le orme, ritrovate a ridosso di un campo arato che il proprietario del fondo aveva sistemato nel pomeriggio di venerdì e che poi, lunedì, ha ritrovato “sottosopra”. Lo stesso professore Paciello ci aveva anticipato che, almeno sulle orme, si poteva avere qualche prima indiscrezione.

“Abbiamo avviato un metodo scientifico per recuperare le informazioni necessarie ad arrivare ad una conclusione. Gli strumenti scientifici in nostro possesso, ci consentiranno di avere sicuramente notizie più dettagliate sul tipo di animale che oggi è in giro”, dice Paciello. E poi: “Per i risultati dipende dalla tipologia degli esami. Alcune informazioni le possiamo recuperare in breve tempo. Se le impronte che ha lasciato l’animale sono ben definite, riusciamo ad avere già un’indicazione abbastanza attendibile. Poi ci sono gli esami di laboratorio per i quali sono necessari tempi più lunghi, tempi tecnici, più o meno dai tre ai cinque giorni”.

Si è fatto ricorso agli esperti, una vera e propria task force veterinaria, dopo il ritrovamento di ieri mattina – segnalato anche uno oggi ma non confermato ufficialmente – dei resti di due animali, a quanto pare un tasso ed un cinghiale. I ricercatori, dunque, oltre alle impronte, analizeranno soprattutto i segni dei morsi presenti sulle carcasse. In poche parole, il dna della fiera. Grazie alle analisi di laboratorio, si potrà finalmente avere la risposta al quesito che, ormai, circola da diversi giorni: in Irpinia c’è davvero una pantera?