Europa senza statualità, successo per il convegno a Montemiletto

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Montemiletto – E’ stato presentato sabato 19 luglio a Montemiletto, nel meraviglioso e suggestivo castello della Leonessa, il volume di Francesco Petrillo “Europa senza statualità”. Hanno partecipato all’evento l’On. Mario Pepe e l’On. Alberto Simeone, già Deputati della Repubblica; l’avv. Fabio Benigni, Presidente Ordine Avvocati Avellino; il Dott. Agostino Frongillo, sindaco di Montemiletto. Ad introdurre e moderare i lavori, l’avv. Antonio Della Porta, Presidente Associazione Riservisti e Militari.

Si è parlato di Europa, che si offre come modello di integrazione pacifica alle altre regioni del mondo ma mai come in questo momento di grave crisi economica è necessario rafforzare la struttura europea, sviluppando una nuova statualità adeguata al momento storico. Nel nostro secolo il mutamento di condizioni degli Stati ha posto il problema di un deficit di statualità, un deficit non colmabile da parte degli Stati stessi.

Ciò ha influito in particolar modo sul diritto internazionale e sulla sua dimensione contrattuale che si svincola dall’attuale volontà dei contraenti cristallizzando le condizioni che non possono essere modificate. Questa condizione nuova della statualità vincola gli Stati e ne limita la sovranità senza tuttavia eliminarla.

Tale processo mostra una rinnovata azione della cultura, nel senso che la dimensione contrattuale, posta alla base del diritto internazionale, tende a porre in essere un diritto in forma statuita, ovvero una universalità delle regole, sotto la spinta di una statualità politica, che ha reso possibile l’affermazione di una serie di istituzioni internazionali con compiti di regolamentazione dei rapporti tra Stati.

La statualità politica ha però mostrato gravi carenze, evidenziando l’incapacità a garantire il suo primato e la sua sopravvivenza, mettendo in discussione la condizione di esistenza politica delle istituzioni europee, nonché la loro forma, i contenuti etici e i principi di legittimità. Carenze che possono essere superate solo attraverso una statualità della cultura, fondata sul principio di libertà, che istituisce una nuova definizione di statualità. L’azione della cultura tende a porsi come il processo che guida la vita delle comunità politiche, senza imposizioni, mirando a garantire una unità e universalità non ancora raggiunte dal punto di vista della statualità. La cultura non è più nazionale, non è legata alle ragioni delle etnie e garantisce l’istituzionalizzazione di un minimo di unità culturale non statale. In conclusione, il risultato della dissoluzione della statualità pone la necessità di pensare a diversi modelli di governo delle società e a giurisdizioni non più dipendenti dal potere statuale tali da garantire i diritti fondamentali dell’individuo.

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