Didattica a distanza, all’Istituto “Dorso” era realtà già prima dell’emergenza

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La didattica a distanza all’Istituto Tecnico Tecnologico “Dorso” di Avellino era realtà già prima dell’emergenza Covid-19.

La modalità di didattica che permette a studenti e insegnanti di proseguire il percorso di formazione e apprendimento anche se fisicamente distanti, infatti, era partita lo scorso anno scolastico, grazie ad una serie di corsi di formazione, attivati dalla dirigente scolastica, prof.ssa Gabriella Pellegrini. All’epoca, si è formato un gruppo di docenti di diverse discipline, coordinati dal prof. Giovanni Visciano, per iniziare una nuova fase scolastica che abbraccia in pieno le finalità del digitale e della scuola 3.0, costruendo nel tempo un team che ha saputo mettere anima, corpo e competenza. Tale esigenza nasceva dalla costante richiesta dal mondo del lavoro di una formazione da trasmettere a tutti gli studenti, di quelle che sono le caratteristiche fondamentali del digitale, da sviluppare in tutti gli indirizzi esistenti nell’Istituto Tecnico Tecnologico (Biotecnologie sanitarie, Logistica, Meccanica, Elettronica ed Informatica).

In seguito all’emergenza COVID-19, l’attivazione della didattica a distanza è diventata obbligatoria, ed i docenti del Guido Dorso di Avellino, hanno posto in essere tutta una serie di procedure per non lasciare soli i propri studenti in un momento storico delicato come questo.

Nella scuola esistono diverse criticità tra gli studenti, e tra quelli più vulnerabili, una fase storica di emergenza sanitaria come questa, avrebbe creato una forma di insicurezza ed instabilità emotiva. Per questo motivo, fin dai primi giorni del lockdown, tutti i docenti, attraverso una mobilitazione dal basso, si sono resi disponibili per iniziare una serie di attività a distanza, in modo da limitare la rottura del rapporto formativo docente-allievo. Durante questo mese, i docenti hanno potuto riscontrare, in un evento tragico come questo, la straordinarietà del supporto digitale e della rete per vincere muri e distanze. L’insegnante è entrato in punta di piedi in ogni casa, non solo per continuare a fare lezione, ma per dare anche un supporto morale ai propri studenti, costretti giustamente a restare a casa e ad interrompere di punto in bianco una quotidianità fatta di docenti, studenti, personale Ata, e di tutta la rete sociale che avvolge la scuola.

Alla fase della lezione, quindi si è accompagnata una fase di ascolto che ha portato a galla una serie di criticità, che sarebbero rimaste taciute tra le quattro mura domestiche. Il web e la rete hanno dato la possibilità di non sentire la solitudine, anzi sono stati accompagnati dai docenti a capire ciò che accadeva e al sacrificio che veniva richiesto per far fronte a questa emergenza sanitaria. La società sta vivendo una nuova fase storica che coinvolge ovviamente la scuola che è chiamata a far fronte a nuovi scenari e soprattutto a nuove esigenze. L’emergenza sanitaria ha dato la spinta per iniziare a mettere le basi di una nuova scuola e soprattutto di una nuova didattica che ha radici storiche solide ma progetta nuove metodologie formative, una scuola che non può più far a meno del digitale.