Da Hs Company all’Avellino Calcio, Michele Gubitosa si racconta.

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Michele Gubitosa
Michele Gubitosa

Nel 1997 aveva solo un negozio di assistenza informatica a Montemiletto, una di quelle botteghe dove smanettoni e professionisti potevano trovare il necessario per la propria work station o risolvere qualche problemino con i propri Pc, oggi garantisce il funzionamento dei sistemi informatici a tutta la struttura dell’evento mondiale Expo di Milano, tanto per citare il più recente dei lavori che gli sono stati commissionati.

Dietro questo “miracolo” irpino non c’è nulla di favolistico, nessun colpo di fortuna, tantomeno spinte della politica, ma solo abnegazione, capacità, e soprattutto una squadra competitiva e affiatata.

Michele Gubitosa, 35 enne irpino, fondatore di Hs Company, si racconta, e non nasconde “l’ansia legata ad un lavoro che dà tante soddisfazioni, ma che non lascia nemmeno il tempo di una vacanza, tanto che la vacanza preferita è diventata il lavoro”.

Negli spazi eleganti e sobri del Giorgetti Studio di piazza Libertà ad Avellino, Michele Gubitosa, lascia per pochi minuti cellulari, email e connessioni e prova a rilassarsi, raccontando il suo excursus di imprenditore irpino di successo, con la testa nell’information technology, il cuore in Irpinia e i suoi impegni di editore nonché neo vicepresidente dell’Us Avellino.

Michele Gubitosa Giorgetti
Nel 1997 gestivo da solo il negozio di Montemiletto oggi HS Company ha circa 400 dipendenti

Gubitosa, a vederla oggi si fatica ad immaginarla alle prese con schede madre e tastiere, in un retro bottega non più di 18 anni fa.  Confessi il suo segreto? 

“Il lavoro, l’impegno, la capacità di conquistare gradualmente gradini sempre più alti, come in una partita a Risiko. Chi conosce questo gioco di strategia sa cosa voglio dire. Prima si consolida una posizione, un territorio, poi si cresce e poi si prova la conquista di un nuovo territorio senza mai lasciare scoperti quelli già conquistati. Con l’unica differenza che la fortuna ai dadi ha una incidenza minore in una attività come Hs”

Vorrebbe dire che dietro ogni intervento, ogni lavoro di Hs Company, c’è sempre la sua mano?

“Nel 1997 gestivo da solo il negozio di Montemiletto, nel 2000 ho iniziato a diversificare l’attività, con l’assistenza al dettaglio e l’offerta di servizi alle imprese, fino ad aziende sempre più grandi, arrivando a seguire i sistemi informatici di gruppi bancari, di compagnie aeree, di società assicurative, industrie, aziende ferroviarie. Io nasco come tecnico, e continuo ad essere un tecnico, perché ancora oggi mi piace “stare dietro” ai processi che la mia azienda offre a livello tecnico, nonostante gli oltre 3 mila interventi giornalieri”.

Con 3 mila interventi giornalieri al giorno, non può certo stare lei dietro a tutti. Cosa è oggi Hs Company?

“Un’azienda irpina con circa 400 dipendenti in tutte le sue articolazioni societarie. Una realtà della provincia di Avellino che garantisce quotidianamente un numero di interventi maggiore di quello che può vantare uno dei tanti colossi del comparto IT, che opera da Torino alla Calabria, passando per Milano, e per le principali città italiane”. 

I malpensanti potrebbero obiettare che lei o è stato “aiutato” o nel migliore dei casi “ha avuto tanta fortuna? Quale delle due?

Michele Gubitosa
“Amo i prodotti locali, apprezzo chi produce in Irpinia, chi “produce l’Irpinia”.

“Aiutato da chi? Se si riferisce alla politica no di certo! La politica è sempre rimasta fuori da Hs.  Hs è principalmente un’azienda fatta dai suoi dipendenti che l’hanno eletta come una seconda famiglia. Ho avuto la fortuna, questo si, di essermi circondato di collaboratori, di tecnici e impiegati che nel loro ruolo sono sicuramente più bravi di me e questo ci consente di essere scelti dai nostri clienti”. 

Ed il rapporto con gli enti e le istituzioni locali, come lo giudica?

“Direi che non abbiamo rapporti, le faccio un esempio. Recentemente, al padiglione Irpinia dell’Expo, la Camera di Commercio ha organizzato un convegno chiamando a partecipare diverse aziende giustamente considerate eccellenze irpine. Noi, dall’Irpinia, ad Expo Milano ci siamo arrivati con le nostre gambe e le nostre capacità. Eravamo, stiamo lì, per gestire la manutenzione dei sistemi informatici e dell’help desk dell’Expo di Milano. Ma sta di fatto che non siamo stati invitati, nemmeno come semplici spettatori o uditori. Forse non sanno nemmeno che la manutenzione dei sistemi informativi dell’Expo di Milano è affidata a noi.”.

Semplice distrazione? Magari l’Irpinia oggi è solo un buon bicchiere di vino?

“Io sono un amante dei prodotti irpini e “di chi produce l’Irpinia”. Lo faccio anche io, magari con “prodotti” che non hanno etichetta, che non possono essere assaggiati e sorseggiati. A chi promuove l’Irpinia lavorando, va il mio apprezzamento e la mia stima. Ma in realtà non ce l’ho nemmeno con chi gestisce e rappresenta enti e istituzioni che dovrebbero supportare chi in Irpinia produce, dico solo che non hanno gli strumenti conoscitivi  dell’innovazione. E’un problema generazionale. Sono certo che il figlio o il nipote , quindi le nuove generazioni, di chi ha organizzato il convegno all’Expo avrebbe invitato prima Hs e poi tutti gli altri”.

Magari protesterà in Confindustria per questa mancanza?

“Confindustria? Quando abbiamo tentato l’iscrizione, sette anni fa, a Confindustria Avellino non siamo riusciti ad integrarci in nessun modo. Era evidente il carattere di una lobby ristretta. Abbiamo deciso di non farne più parte, pur essendo animati da buoni propositi. Evidentemente si sono spaventati perché tutto ciò che è nuovo spaventa le strutture consolidate. La classe dirigente locale ha una sola carenza, non ha gli strumenti per capire alcuni processi, preferisce le esperienze ed i rapporti tradizionali, consolidati. A noi, adesso come prima, conviene essere battitori liberi, sperando che la politica e la burocrazia almeno non rappresentino un ostacolo”.

Bersagliato da telefonate durante l’intervista, Gubitosa tenta di dribblarne qualcuna, ma non sfugge che qualche trillo lo mette in allarme senza mai fargli perdere, almeno all’apparenza, la tranquillità. Michele Gubitosa sorride e non nasconde l’aspetto meno edificante del suo lavoro: “Lo stress”.

Ci spieghi perché?

“Lei ha mai ricevuto una mail con oggetto: “ESCALATION!”

No ( i ruoli si confondono per un attimo), ci spieghi?

“Significa che qualche sistema che HS Company gestisce è bloccato, per dirla con parole semplici. Immagini che vuol dir se c’è stata una ESCALATION al sistema delle barriere casse di un supermercato o  ad uno sportello bancario mentre sono in pagamento stipendi e pensioni.  Centinaia di clienti in fila, casse bloccate e tutto ciò che ne deriva. Questo è certamente un elemento di forte stress soprattutto se ci sono imprevisti nella risoluzione del caso di crisi e rischia di rovinarti tutta la giornata”

E’ per combattere lo stress che lei ha deciso di aprire una testata online che oggi è la più letta in provincia di Avellino?

“Sono stato affascinato da subito dall’avvento dell’editoria on line, dalle grandi opportunità che essa dava e continua a dare. La cosa più interessante è l’immediatezza con la quale si può raggiungere una persona, in ogni luogo, soprattutto dopo la diffusione degli smartphone. In qualunque posto ci si trovi, oggi, c’è qualcuno con la testa sul cellulare. Non è raro pensare che se qualcuno in provincia di Avellino si sta informando, lo sta facendo attraverso Irpinianews. Da un nostro studio abbiamo ragionevolezza a credere che 65 persone su 100 che stanno cercando in un dato momento notizie riguardanti il territorio della provincia di Avellino, lo stiano facendo attraverso Irpinianews”.

Ma oltre l’immediatezza, cosa le piace di Irpinianews.it?

Mi piace il fatto che sia uno strumento di informazione diretto, non differito e non filtrato, una trasfusione di notizie, di informazioni, dal giornalista al lettore.

Ovviamente lei è un integrato dei social network? Non si iscrive nelle file di chi li indica come la causa della fine dei rapporti umani?

Michele Gubitosa Giorgetti Studio
La politica è sempre rimasta fuori da Hs. Hs è principalmente un’azienda fatta dai suoi dipendenti che l’hanno eletta come una seconda famiglia.

“Tutt’altro. Le faccio il mio esempio. Pur vivendo, quando il lavoro me lo consente, in una piccola realtà come Montemiletto, prima ero meno integrato. Prima si era più soli. Oggi si condividono emozioni, stati d’animo, avvenimenti. Se trovo un conoscente in strada e magari ho visto una sua foto,ho letto un suo post sono elemento di discussione, prima di Fb ci saremmo limitati ad un saluto fugace. Chi parla male dei social oggi è colui che venti anni fa parlava male delle comitive organizzate dei movimenti. Vogliono far credere che Fb e gli altri social hanno contribuito ad allontanare le persone, ed invece le hanno avvicinate. Anche a lei le sarà capitato di incontrare un amico, un conoscente ed “attaccare bottone” partendo da un post su Facebook. Questo per me si chiama socializzazione”.

Dopo Irpinianews.it immagina di creare una web tv?

“Credo che al momento sia presto, almeno partendo dall’Irpinia. Ancora nessuno si è organizzato per offrire un buon prodotto”.

Per quale squadra tifa? (la domanda a bruciapelo non lo coglie di sorpresa)

“Ovviamente Avellino, ma non sono un fanatico del calcio, nel senso che ho sempre seguito solo l’Avellino e basta.

Ed oggi ne è vicepresidente, perché?

“Dopo la sponsorizzazione della squadra con il mio marchio Hs Company ho deciso di entrare a farne parte e  sono diventato vicepresidente. Sono rimasto molto affascinato dall’organizzazione di una società di calcio. Una società di calcio è una azienda, fatta dai calciatori, ma anche dai magazzinieri, da chi si occupa della organizzazione, della biglietteria e di tante figure e persone che rappresentano ruoli e funzioni”.

Calcio e informatica, non sembrano, negli ultimi tempi, due mondi estranei, considerando che si invoca l’intervento della tecnologia per limitare l’errore umano, cosa ne pensa?

“Sarebbe la soluzione ad una parte dei mali del calcio italiano, ma ritengo che sia oltremodo ed inspiegabilmente ostacolato l’ingresso delle tecnologia e dell’informatica nel mondo del calcio. I gol fantasma, i fuorigioco, gli errori arbitrali, potrebbero essere ridotti al minimo o addirittura eliminati e così potremmo anche arginare il fenomeno delle combine”

Con Hs Company nell’Us Avellino, è un sogno immaginare un Avellino-Lab alla stregua del Milan – Lab?

“Mi piacerebbe sperimentare questa declinazione a livello locale sul versante puramente atletico e medico delle applicazioni informatiche. Vedremo”

A 35 anni si è tolto molte soddisfazioni, “rimanendo in Irpinia”, lei è titolato per dare qualche consiglio, in tempi di crisi e di mancanza di lavoro. Vuole darne?

“Intanto dico che tempo e spazio oggi sono grandezze diverse. Per i tecnici, per i dipendenti di Hs Company, per esempio, Torino, Milano, Reggio Emilia sono “dietro l’angolo”. E’ all’ordine del giorno viaggiare, spostarsi. Noi inoltre abbiamo su Avellino tutte le nostre control room. Dunque, anche per un’attività come la nostra che non “ha alcun senso del luogo”, Avellino resta un luogo consolidato”

Ha qualche rammarico o ripianto?

“Al momento nessuno, di fatto faccio quello che ho sempre sognato di fare”

E’ tempo di vacanza, la sua vacanza ideale?

“Mi crede se dico il lavoro?”

Vista l’ora, provo con il piatto preferito?

“La pasta”

Baronia?

“Si, Grano Armando soprattutto. Io sono amante dei prodotti locali, apprezzo chi produce in Irpinia, chi “produce l’Irpinia. Mi piace “sponsorizzare” la mia terra, per esempio, quando incontro clienti in giro per l’Italia, scegliendo prodotti irpini e sono sicuro di non fare brutta figura”

(Intervista di Boris Ambrosone e Lino Sorrentini realizzata presso Giorgetti Studio in piazza Libertà ad Avellino – Foto Mario Oliva)