Sono mille le tonnellate di rifiuti da smaltire nella provincia di Napoli, oramai al collasso. Ed intanto i camion carichi di pattume vengono dirottati a Pianodardine, Battipaglia e nel Sannio. Sorge spontanea, dunque, una considerazione: se il nostro Cdr funziona in maniera rallentata e come al solito a singhiozzi sarà difficile fronteggiare i cumuli di pattume che arrivano dai territori limitrofi. E’ già abbastanza difficile, infatti, riuscire a smaltire quelli dei 119 comuni della nostra provincia senza dover essere costretti a ricevere quelli altrui. Un provvedimento che potrebbe generare effetti poco edificanti: i Cdr rimasti in funzione, infatti, corrono, come è ovvio, il rischio saturazione. E la chiusura degli impianti di Pianodardine, Santa Maria Capua Vetere, Casalduni e Battipaglia sarebbe l’anticamera del collasso. E non serve certo un esperto in materia di rifiuti per capirlo. Si attende, dunque, una risposta da parte del Commissariato di Governo. La società Fibe non ha ancora provveduto a sanare le irregolarità riscontrate dai giudici negli impianti e fino a quel momento i Cdr rimasti aperti saranno costretti ad accorrere in aiuto degli altri. Volendo analizzare la situazione nei suoi connotati negativi si potrebbe davvero arrivare agli estremi. Tra impianti chiusi per irregolarità ed altri per saturazione la Campania verrebbe messa letteralmente in ginocchio. Ed a questo punto, almeno agli occhi dei meno ottimisti, qualsiasi soluzione sembra essere di poca efficacia.
Redazione Irpinia
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