Bilancio: le due strade di Ciampi per superare lo scoglio. Scioglimento del consiglio, ipotesi politica

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Marco Imbimbo – “Stiamo provando a fare un miracolo”. Si è espresso così il sindaco Vincenzo Ciampi al termine dell’incontro con il Prefetto, Maria Tirone. Al centro del confronto c’è stato il Consuntivo 2017, quello bocciato dai revisori dei conti e che impone all’amministrazione di mettere in campo qualche strategia per superare l’impasse. Lo stesso primo cittadino non ha escluso l’ipotesi di lasciare Palazzo di Città nel caso in cui la situazione risultasse irrecuperabile.

Ciampi e Forgione (il futuro assessore al Bilancio) anche ieri si sono riuniti in Comune per studiare le soluzioni. Il tutto resta relegato dietro a un “no comment” da parte loro, ma in realtà il sindaco davanti a sé ha due strade da percorrere prima di arrivare a quella drastica che porta all’abbandono di Palazzo di Città.

La prima è quella che vede la Giunta Ciampi impugnare il Consuntivo bocciato e modificarlo sulla scorta dei problemi sollevati dai revisori dei conti. D’altronde il confronto con il Prefetto è servito proprio a chiedere una dilazione dei tempi di approvazione. Se venisse concessa la proroga, allora la Giunta potrebbe avere il tempo necessario ad apportare le modifiche richieste, ottenere il via libera dai revisori dei conti e portarlo in Aula.

Se invece non dovessero esserci le condizioni per riuscire in questa impresa, il sindaco potrebbe optare per la seconda soluzione: chiedere al Prefetto la nomina di un commissario ad acta per il Consuntivo. Ben inteso, non si tratterebbe di un commissariamento del Consiglio Comunale e quindi del suo scioglimento. Il commissario prefettizio inviato, avrebbe il compito di redigere il nuovo bilancio Consuntivo e portarlo in Consiglio comunale. A quel punto l’ultima parola spetta all’Assise cittadina.

Chiaramente se lo stesso commissario dovesse ravvisare l’impossibilità di redigere il nuovo bilancio allora il sindaco dovrebbe dichiarare il dissesto finanziario. Quest’ultima ipotesi, però, negli ultimi giorni sta perdendo forza. Lo stesso Ciampi ha manifestato il suo scetticismo sulla possibilità di dichiarare dissesto in quanto non ci sarebbero i margini per farlo.

La soluzione del commissario ad acta nominato sul bilancio consuntivo potrebbe essere la più comoda per l’amministrazione Ciampi che si sgraverebbe di un problema importante e, contemporaneamente, potrebbe iniziare ad amministrare la città.  Per percorrere questa strada, il primo cittadino deve portare in Aula il Consuntivo, non ottenere l’approvazione e, a quel punto, chiedere alla Prefettura la nomina di un commissario ad acta. L’eventuale bocciatura del documento contabile, infatti non porterebbe al commissariamento del Consiglio, ma solo del conto consuntivo, così come prevede il Tuel.

Inoltre lo stesso spauracchio dello scioglimento del consiglio comunale risulta al momento infondato, anche con il commissariamento del consuntivo o in caso di dichiarazione di dissesto. Lo scioglimento del consiglio comunale, infatti, può avvenire in caso di dimissioni o sfiducia del sindaco, oppure nel caso in cui il Consuntivo non venga approvato, ma solo dopo la diffida del Prefetto. Altra ipotesi che porta allo scioglimento del consiglio comunale è quella che vede l’Aula bocciare il Consuntivo che redatto dal commissario ad acta, finchè non si verificano queste ipotesi, non si corre alcun rischio.

Tra l’altro, anche l’eventuale bocciatura del consuntivo redatto dal commissario diventa un’ipotesi molto lontana perché i voti richiesti per approvarlo, in realtà, sono pochi. E’ necessario, infatti, far arrivare la discussione nella seconda convocazione. A quel punto per approvarlo non è necessaria la maggioranza più uno dei consiglieri perché il quorum si riduce a un terzo dell’Aula (11 consiglieri) e quindi basterebbe una manciata di voti per approvarlo.

A conti fatti, dunque, lo scioglimento del consiglio comunale potrebbe avvenire solo dietro a una chiara volontà politica, o di Ciampi e dei 5 Stelle oppure con la bocciatura del Consuntivo redatto dal commissario ad acta, qualora si dovesse ricorrere a questa figura.

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