BERTINOTTI, I PRIVILEGI E LA BICICLETTA

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Ammetto di essere rimasto colpito e sorpreso dall’articolo dell’Avvenire di oggi con il quale si evidenzia la scelta di Bertinotti, di rifiutare la scorta che gli sarebbe toccata come neo Presidente della Camera. Niente macchina al seguito con poliziotti o carabinieri, niente sirene e lampeggiatori: Solo, così afferma l’articolista, auto di servizio con l’autista come spetta a tutte le maggiori cariche dello Stato, anche dopo la fine dell’incarico. Una scelta che preoccupa un po’ le forze dell’ordine, ma occorre precisare, che il leader di Rifondazione non ha mai avuto neanche una “scorta” di partito e ha rifiutato sia la postazione fissa di sorveglianza sottocasa, che fosse disposta un’area di divieto di parcheggio nella strada dove si trova la sua abitazione. Se è così e ci credo, Bertinotti è un Marziano! Un normale essere umano che vive la condizione di deputato come cittadino eletto e con la semplicità nei comportamenti. Una visione anglosassone, elegante e consapevole che il riformismo è un modo di essere connaturato alla propria educazione che parte dal popolo come elemento di partecipazione e di attenzione alle istanze dei deboli. Che sono tanti e che oggi , con la crisi economica in atto, ha coinvolto anche i ceti intermedi. Vale il detto espresso a più voci, “Sono tranquillo, ma non felice…” In attese di conferme sulla scelta del Fausto nazionale, la quotidianità ci obbliga a convivere con tanti Umani che sul tasto delicato dei privilegi hanno creato la propria condizione di vita. Privilegi come status, come ruolo da rivendicare, spesso alla faccia dei tanti “cretini” elettori o sottoposti nei vari uffici, fabbriche o attività lavorative che siano. Tra macchine con lampeggianti, convenzionati di lusso, indennità di posizione negli uffici spesso figlie dell’appartenenza politica, cellulari gratis in dotazione, portatili da esibire e buste paga da Mega Direttori con i Fantozzi a sudare e lavare i pavimenti, tra assessori e presidenti figli dell’opportunità della politica, sindacalisti proni al Potere ma sempre più in giacca e cravatta con auto di lusso in bella evidenza, Noi… rischiamo di affogare. Rischia di sfiorire e appassire la Margherita che non riesce più ad intercettare gli elettori moderati “bombardati” da manifestazioni estremiste da una parte e dalle neo tendenze laiciste che alimentano diffidenze sempre più crescenti nella visione cattolica. E’ in crisi il modello della Quercia sempre più diviso tra il potere della politica e il potere del partito. Massimalisti, miglioristi , area estremista, post comunisti o altro, l’identità resta e rimane una cosa seria. Al Centro poi, ognuno sembra l’Archimede del 2000 con la ricetta pronta. In Irpinia, l’Avellino Calcio , da lupo di primo pelo è ormai una colomba in gabbia, i giovani leggono Irpinianews da altre… città italiane, De Mita, dopo i giornalisti cazzeggia (termine benevolo…) anche gli ingegneri, Mancino da istituzionale qual è invita al dialogo, Giuditta è più esuberante, Aurisicchio è più loquace, il Centrodestra appoggia, le frane scendono, i negozi aprono e…chiudono, la benzina è un lusso, la Provincia attende, il Comune capoluogo adotta i parcometri, nei comuni con duemila anime le famiglie…si dividono per un posto al sole, il Terzo Mandato è un optional, gli operai non hanno da mangiare, i laureati piangono, il tavolo di Concertazione è il nuovo design. Dove andiamo non è dato saperlo. Berlusconi continuerà per la sua strada maledicendo 24mila e rotti elettori che non hanno capito…Dall’altra parte c’è Prodi per l’Italia del futuro. Forse, anche a noi, umili mortali delle zone interne, tra tanti privilegi ci toccherà andare in bicicletta!

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