Avellino – Differenziata: i ‘numeri’ del Cosmari

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Avellino – Efficacia, efficienza, economicità: le tre parole d’ordine del nuovo piano industriale targato Cosmari Avellino 1. Ad illustrarlo il presidente Raffaele Spagnuolo nel corso di un tavolo tecnico che ha visto la partecipazione delle associazioni ambientaliste e dei consumatori: Fare Verde, Legambiente, WWF, Associazione Verdi, Eco Club, Adiconsum, Lega Consumatori Acli, Movimento Difesa Cittadini, Federconsumatori. Priorità ad un dettaglio inequivocabile: Avellino sarà il primo capoluogo dell’intera regione in cui partirà la differenziata. Un tavolo, quello di questo pomeriggio, insolitamente aperto all’opinione pubblica, a testimonianza di una strategia basata soprattutto sulla trasparenza. Ad averla vinta su tutti i dettagli in via di valutazione la ‘questione costi’. Si era parlato, infatti, di un surplus di circa 700mila euro rispetto ai normali prezzi di gestione. Fattore che aveva spinto l’amministrazione comunale cittadina a fare dietro front rispetto alla ‘messa in opera’. Ma se si parla di economicità, come ha sottolineato il presidente del Consorzio, un motivo dovrà pur esserci. Al costo totale del nuovo Piano vanno infatti sottratte alcune voci che con l’entrata in vigore dell’approvanda strategia saranno cancellate. Tra queste lo smaltimento presso l’impianto del Cdr di Pianodardine, per un ammontare di circa 253mila euro. Ma non solo. Tra sottrazioni e valutazioni al dettaglio il costo aggiuntivo rispetto a quello finora sostenuto è pari a 63mila euro. A questo si aggiungono altri fattori. Il progetto avviato sui 44 comuni di pertinenza del Consorzio sarà sotto il totale controllo dello stesso Cosmari. Niente più, dunque, gestione discrezionale. Un risultato raggiunto grazie anche al nuovo Patto Parasociale sottoscritto con l’Asa. Documento che vede il Cosmari, cioè la parte pubblica, proprietario del 69 per cento delle quote. In questo modo i privati non avranno più la possibilità di gestire i lavori ma saranno solo soci di capitale. Obbligo irreversibile: entro tre anni l’Asa dovrà produrre gli utili. In termini più semplici, 36 mesi e il Piano dovrà essere attivo. “In questo modo – ha rimarcato Spagnuolo – la politica non inciderà più sull’operatività dell’azienda ma solo nelle strategie da realizzare”. Il Piano, inoltre, necessita di investimenti. Dettaglio che sta a significare: più personale, più apparecchiature. Fattori finora messi da parte a causa del deficit che legava le mani all’Asa. Un onere che il Cosmari acquista senza ‘batter ciglio’ e con un esempio lampante: a maggio non saranno più percepiti i soldi del commissariato. Fondi con cui finora venivano pagati ben 62 operai che dal prossimo giugno andranno a ‘gravare’ sul bilancio del Consorzio. Insomma, il Piano degli onori e degli oneri è pronto. Sarà il Consiglio, ora, a dover dire la sua. (di Manuela Di Pietro)

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