Assemblea pubblica al “Della Porta” del personale della scuola irpina

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E’ indetta per venerdì 15 maggio alle ore 17, presso il Centro Sociale Sindacale “Samantha della Porta” di Avellino una pubblica assemblea del personale di ogni ordine e grado della scuola statale irpina. All’importante momento di confronto e di mobilitazione, che viene all’indomani dell’approvazione, da parte della VII Commissione Istruzione e Cultura, del ddl di riforma della scuola, ora in procinto di essere votato in Parlamento, sono invitati, oltre alle varie componenti del mondo della scuola: docenti, personale Ata e dirigenti scolastici, tutti i segretari provinciali di categoria delle organizzazioni sindacali operanti sul territorio.

La VII Commissione Istruzione e Cultura di Montecitorio ha approvato, in tempi record, tutti gli articoli del ddl scuola licenziato dal governo il 12 marzo. Non è bastato lo sciopero generale del 5 maggio scorso che ha portato più di mezzo milione di persone in piazza a manifestare contro una riforma iniqua che snatura completamente il sistema dell’istruzione pubblica italiana, attaccando pesantemente il principio della libertà d’insegnamento, sancito dalla Costituzione, e assegnando poteri spropositati ai dirigenti scolastici. La Buona scuola di Renzi e Giannini va avanti senza tener conto delle critiche e delle proteste. Adesso il disegno di legge, solo in minima parte emendato in Commissione si appresta all’esame del Parlamento, dove dovrebbe approdare già il prossimo 14 maggio, per poter essere approvato definitivamente entro il 19 e diventare legge vera e propria intorno alla metà di giugno.
I cambiamenti del testo della riforma, passata al vaglio della VII Commissione, non ne modificano assolutamente l’impianto. Tutti i punti critici sono rimasti pressoché invariati, nonostante le richieste pressanti dal mondo della scuola: a partire dal ruolo del dirigente e dalla “chiamata diretta” attraverso cui sceglierà i docenti da assumere e valutare. Sostanzialmente immutato l’infernale meccanismo dell'”organico dell’autonomia” (o “organico funzionale”) e degli albi territoriali, come pure quello degli incarichi rinnovabili ogni tre anni. L’unica concessione accordata è quella che rivaluta in minima parte il ruolo decisionale degli organi collegiali: Consiglio d’Istituto e Collegio Docenti. Ma è poca cosa. Con la valutazione dei docenti, in cui a supportare le decisioni del “preside-sindaco” sarà chiamato un comitato formato, oltre che dal dirigente, da due docenti espressione del Collegio e due genitori (nelle scuole superiori un genitore ed uno studente), ma sarà sempre il dirigente ad avere l’ultima parola.
Permangono, inoltre, tutte le incredibili asperità del percorso previsto per i neo-immessi in ruolo, da assegnare sulla “sub-provincia” (più ristretta dell’ambito territoriale provinciale), e ancor più per quelli, circa 160 mila, che rimarranno fuori dal piano assunzioni e saranno costretti a cimentarsi in un concorso a numero chiuso (nel 2016) per ottenere un contratto di apprendistato di 3 anni, durante i quali saranno affiancati da un docente in aula, prima di essere nuovamente valutati e, magari, stabilizzati.
Di fronte all’ennesima prova di chiusura da parte del Governo e dei partiti della maggioranza, che in queste ore agitano trionfanti il fantasma delle presunte variazioni all’iniziale testo del ddl, che invece lo peggiorano, non toccandone assolutamente l’impianto autoritario; è necessario affrettare i tempi della mobilitazione nazionale da parte di tutto il personale della scuola (docenti, personale Ata, rappresentanze sindacali e dirigenti “illuminati”) per bloccare un provvedimento che si appresta ad infliggere un colpo mortale all’istruzione pubblica italiana (mentre, dall’altra, è stato innalzata anche alle scuole superiori la detrazione fiscale per chi manda i propri figli alle paritarie). Il boicottaggio delle prove Invalsi ed il blocco degli scrutini sono al momento le armi, le sole e più efficaci, per provare a fermare la deriva della scuola renziana.
Lo “sciopero degli scrutini” costerebbe solo 17 euro e 50, perché non vale per l’intera giornata ma è solo relativo alle ore di convocazione per la valutazione finale degli alunni. La stessa detrazione vale per lo sciopero breve della somministrazione delle prove Invalsi (di martedì 12 maggio alle superiori), mantenendo però la presenza sul posto di lavoro.
Come rappresentanti del mondo della scuola chiediamo che a tutti i sindacati, confederali, autonomi e di base senza distinzione, il massimo del sostegno a supportare la nostra mobilitazione, allo scopo di salvare dal baratro la scuola italiana.

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